L’Aids non è mai scomparsa. Serpeggia per le vie della città e continua a seminare il germe del pregiudizio e della paura. Il virus che negli novanta ha terrorizzato intere generazione isolando omosessuali e tossico dipendenti. Un virus che in realtà ha colpito tutti: etero e persone che non hanno mai fatto uso di droga. E il virus cammina ancora: quasi trentotto milioni e mezzo di persone affette dal virus dell’HIV nel mondo, un milione e mezzo di nuovi casi nel 2021 e 650mila morti lo scorso anno a causa dell’AIDS. Questi i dati (Joint United Nations Programme on HIV/AIDS, UNAIDS) più aggiornati nella giornata mondiale che ricorre il 1 dicembre per la lotta contro l’AIDS, la sindrome da immunodeficienza acquisita, una malattia infettiva causata dal virus HIV.
Da 25 anni Casa Alloggio “Raggio di Sole”, della Fondazione “Opera Santi Medici Cosma e Damiano Bitonto ONLUS”, è l’unica struttura residenziale per persone HIV/AIDS della Puglia ed è associata al CICA (Coordinamento Italiano Case Alloggio). In questi 25 anni di attività, dal 21 agosto 1999, ha offerto a 71 persone un luogo in cui avere una qualificata assistenza socio-sanitaria ma soprattutto una casa, un ambiente familiare in cui vivere e, compatibilmente con le proprie condizioni fisiche, prepararsi a riprendere il proprio posto nella società. Nata in tempi in cui essere affetti da AIDS equivaleva ad una condanna a morte oggi, grazie alla ricerca scientifica e con lo sviluppo delle cure idonee, la Casa Alloggio è un presidio sul territorio che oltre ad accogliere persone che non hanno risorse familiari e sociali che possano supportarle nella cura, cerca di combattere lo stigma che la sieropositività all’AIDS porta ancora con sé. Infatti quello che oggi ancora si perpetua, per una mancanza di corretta informazione e per una altrettanto mancanza di attenzione al tema, è l’emarginazione delle persone che si trovano ad essere sieropositive.
“Oggi – spiega Filippo De Bellis, responsabile della struttura – siamo in diciassette. I nostri residenti hanno un’età compresa dai settanta ai cinquant’anni. Non sono più contagiosi perché grazie alle cure moderne l’Hiv si ferma e non contagia. Si tratta però di persone che hanno problemi di deambulazione e che quindi hanno spesso bisogno di assistenza”. Oggi una persona affetta da HIV/AIDS che si cura correttamente ha una carica virale così bassa che non è rilevabile e quindi non è neanche trasmissibile. “Il compito delle Case Alloggio in Italia – prosegue De Bellis – è anche quello di supplire a questa mancanza di informazione, anche sulle modalità di trasmissione della malattia (rapporti sessuali non protetti o contatto con sangue infetto) che sta portando a un aumento delle infezioni da HIV/AIDS soprattutto fra i giovani e a un ritardo nella diagnosi dell’infezione stessa che fa aumentare i danni che essa può provocare”. E suoi pregiudizi? “Su quelli c’è ancora tanto da lavorare. Una persona affetta da Hiv, anche se il virus è sotto controllo, anche se non è contagiosa, si porta dietro uno stigma. E il silenzio di questi anni non ha aiutato e liberarsene come non aiuta a tenere sempre alta la guardia”. Il prossimo 24 ottobre, in occasione dell’anniversario della Casa Alloggio, è stata organizzato un incontro: “Non è una mera celebrazione dei 25 anni di attività svolte – precisa De Bellis – ma vuole essere bensì una riflessione (scientifica, politica e sul ruolo delle Case Alloggio) per cercare di ridare voce e attenzione a una problematica da troppo tempo sottovalutata e sottaciuta, ma ancora pericolosamente attiva”.