Shopping, la ‘regina’ enogastronomia e poi la sostenibilità: sono le motivazioni principali di viaggio emerse dalla ricerca dell’Osservatorio Travel Innovation del Politecnico di Milano giunto alla sua 11/a edizione e presentato a Ttg Travel Experience su un panel di viaggiatori italiani, svizzeri, tedeschi e statunitensi che conta circa 1000 rispondenti per ogni Paese con l’obiettivo di indagarne comportamenti e abitudini di viaggio. Una delle evidenze emerse dalla ricerca è che la motivazione principale nella scelta della destinazione varia fortemente in base alla provenienza del turista, ma sia italiani che stranieri scelgono la meta in particolare in base alle attività esperienziali che possono svolgere in loco. Quasi un italiano su due (49%) e circa due stranieri su tre scelgono in base alle attività culturali, enogastronomiche, outdoor (sportive e non). In particolare, lo shopping è la prima attività svolte da tutti i viaggiatori, mentre le attività outdoor attraggono soprattutto i turisti stranieri. Il vero primato, tuttavia, lo hanno le attività enogastronomiche: oltre i due terzi di tedeschi e svizzeri e quasi tre turisti italiani e statunitensi su quattro ne ha scelta almeno una.
Quanto a opzioni di acquisto e metodi di pagamento, negli ultimi 2 anni è aumentato il ricorso alla tariffa flessibile. Gli italiani che hanno prenotato un alloggio con possibilità di modifica/cancellazione fino all’ultimo sono infatti passati dal 34% del 2022 al 51% nel 2024. Inoltre, il pagamento rateizzato e il Buy Now Pay Later (Bnpl) sono in molti casi una leva decisionale: il 18% degli italiani e addirittura il 36% degli statunitensi dichiarano che acquistano soluzioni di viaggio solo da operatori che offrono questa modalità di pagamento flessibile. È elevata anche l’attenzione dei turisti alla sostenibilità: in particolare il 37% degli americani ha cercato informazioni sulla sostenibilità ambientale dei servizi prima della prenotazione, a fronte del 14% e 15% dei turisti rispettivamente italiani e tedeschi. L’holiday working è, invece, una pratica consolidata soprattutto tra i viaggiatori statunitensi e svizzeri. “L’utilizzo della tecnologia nelle varie fasi del journey è più diffuso oltreoceano” spiega Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Travel Innovation. “L’IA generativa supporta ben il 38% degli americani per ispirazione, ricerca di servizi o creazione dell’itinerario, a fronte del 15% degli italiani; in fase di prenotazione i canali digitali sono più utilizzati dai turisti statunitensi, che si appoggiano di più anche agli assistenti vocali durante il viaggio”. In tutti i Paesi considerati è alta la propensione a condividere i dati biometrici: a prescindere dalla provenienza almeno la metà dei viaggiatori è disposta a condividerli per velocizzare il check-in all’aeroporto. La disponibilità a condividere dati sulle abitudini di consumo è invece più bassa, a dimostrazione che su questo aspetto si sta sviluppando una maggiore sensibilità.