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Mafia e scambio di voti a Bari, capoclan condannato a 20 anni

Emesse condanne in abbreviato per 16 persone

Pubblicato da: redazione | Ven, 11 Ottobre 2024 - 18:41

La gup di Bari, Anna Perrelli, ha emesso condanne per 16 persone con rito abbreviato, infliggendo pene che vanno da un anno e quattro mesi fino a 20 anni di reclusione. I reati contestati, a vario titolo, includono scambio elettorale politico-mafioso, associazione mafiosa, usura, estorsione, minacce, riciclaggio e violazioni in materia di armi e droga. La condanna più pesante, 20 anni di carcere, è stata inflitta a Salvatore Buscemi, 43 anni, considerato il capo del clan Buscemi di Valenzano (Bari).

Buscemi sarebbe stato l’unico dei 16 condannati ad essere riconosciuto colpevole anche di scambio elettorale politico-mafioso, in riferimento alle elezioni amministrative di Valenzano del 10 novembre 2019. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe garantito i “voti della malavita” a favore dell’ex consigliera comunale di Bari Francesca Ferri e del suo compagno Filippo Dentamaro, per favorire l’elezione di candidati a loro vicini nella lista ‘Valenzano-Trasparenza-Legalità’, in cambio della promessa di varie utilità. Ferri e Dentamaro, arrestati nel 2022, sono attualmente a processo con rito ordinario per lo stesso reato.

Buscemi è stato assolto invece dall’accusa di scambio elettorale politico-mafioso in relazione alle elezioni comunali di Bari del maggio 2019, reato per il quale erano stati prosciolti anche Ferri e Dentamaro. È stato assolto anche dall’associazione finalizzata alla corruzione elettorale per le elezioni di Valenzano dello stesso anno. Ferri e Dentamaro sono inoltre imputati in un altro processo per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale nelle elezioni comunali di Bari del 2019, insieme a Nicola Canonico, presidente del Foggia Calcio. Gli inquirenti sostengono che l’elezione di Ferri al consiglio comunale nella lista ‘Sport Bari’, a sostegno del candidato di centrodestra Pasquale Di Rella, sia stata agevolata da un sistema di compravendita di voti, con cifre che variavano dai 25 ai 50 euro per preferenza. Tra i condannati, spicca anche Ottavio Di Cillo, capoclan di Cassano delle Murge affiliato ai Parisi di Bari, che ha ricevuto una pena di 20 anni per associazione mafiosa e altri reati.

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