(di Nicola Lucarelli)
Minuto 86 di Cremonese Bari: le due squadre sono ferme sul risultato di 1-1, quando la palla giunge sui piedi dell’attaccante biancorosso Favilli nel cuore dell’area di rigore lombarda. L’ex attaccante del Genoa viene affrontato dal difensore grigiorosso Ceccherini che colpisce la gamba destra del numero 99 del Bari, atterrandolo. Per l’arbitro della gara, il signor Gianluca Manganiello della sezione di Pinerolo, non ci sono gli estremi per la concessione del calcio di rigore in favore degli ospiti. Come da prassi, ci si attende l’intervento del Var per una revisione dell’episodio incriminato, ma dal signor Matteo Gariglio, non arriva nessun segnale e si continua a giocare tra le proteste dei calciatori del Bari.
Episodio che lascia poco spazio all’interpretazione e che avrebbe permesso al Bari, in caso di realizzazione, di espugnare con molta probabilità lo stadio “Zini” di Cremona. Nel post gara, l’allenatore dei galletti Moreno Longo ha parlato apertamente di un rigore non concesso alla propria squadra, sottolineando come l’errore dell’arbitro possa starci, ma che il Var sarebbe dovuto intervenire per eliminare la svista del direttore di gara.
Per analizzare nel dettaglio l’episodio, ci siamo rivolti all’attuale commentatore tecnico-arbitrale per DAZN, l’ex arbitro Luca Marelli: “Mi pare un rigore solare, il difensore cerca di anticipare l’attaccante, ma trova solo la gamba sinistra. Sono episodi che in campo possono sfuggire all’arbitro perché è frontale all’azione e, pertanto, non vede il movimento del difensore che è coperto dalle gambe dell’attaccante del Bari. Tuttavia, c’erano tutti i presupposti per un intervento del VAR, perchè questo è chiaramente un episodio perso dall’arbitro e l’infrazione è chiara. Aggiungo un particolare: il Var potrebbe non essere intervenuto, perchè magari mancava l’immagine in grado di certificare il contatto sulla gamba di Favilli. Questo può accadere perché, in Serie B, le telecamere a disposizione sono in numero minore rispetto alla Serie A e capita che manchi proprio l’inquadratura che certifichi il contatto”.