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Bari: una splendida squadra incompiuta, orfana di un bomber

L'autogestione scelta dai De Laurentiis limita i biancorossi. Cosa sarebbe stata questa squadra con un Coda in attacco?

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Lun, 30 Settembre 2024 - 18:10

(di Nicola Lucarelli) Gli episodi arbitrali di Bari Cosenza non sono stati di certo favorevoli ai biancorossi: restare in 10 dal 53′ e incassare un calcio di rigore a 5 minuti dal termine dei tempi regolamentari, ha sicuramente indirizzato la gara su binari diversi e agevolato la rimonta del Cosenza. In città e sui social, si discute ancora dell’espulsione di Lella per una gomitata a Caporale e dell’intervento col braccio di Coli Saco che ha permesso a Fumagalli di riportare in parità il match su calcio di rigore. Come spesso accade, ognuno dice la sua e le divergenze di opinioni non mancano. Sicuramente Lella ha commesso un’ingenuità, così come il calciatore del Cosenza ha esagerato nella reazione al colpo subito: ma sono sceneggiate consuete nelle partite di calcio. Molto probabilmente, se non ci fosse stato il Var, l’espulsione non sarebbe mai arrivata. Discorso identico può essere fatto per l’episodio che ha riguardato Coli Saco: il braccio del maliano è leggermente staccato dal corpo e, probabilmente, c’è anche un tocco con la gamba. Episodi al limite che non devono far gridare allo scandalo.

Sì, perchè se il Bari ha portato a casa solo un punto, non è stato solo per gli errori della squadra arbitrale. Il buon approccio al match lasciava presagire una gara in discesa per i galletti, ma la formazione di Alvini ha preso le contromisure e chiuso ogni spazio di manovra alla compagine allenata da Longo. D’altronde, il tabellino di fine match parla chiaro: il Bari ha tirato in porta solo 1 volta contro le 4 dei calabresi. Ci sono state diverse occasioni potenziali, ma l’ex Micai non ha dovuto compiere miracoli. Contrariamente alle precedenti gare, contro i lupi silani, i galletti ci hanno messo meno mordente e giocato con un baricentro più basso. Fatta eccezione per Maita (migliore in campo dei biancorossi), Lella e Benali non hanno ripetuto le eccellenti prestazioni ammirate contro Mantova e Frosinone e, lo stesso instacabile Falletti, ha commesso tanti errori, anche banali. Quando si vedono calciatori sbagliare dei semplici stop o la misura di passaggi di pochi metri, si comprende subito che ci sono delle difficoltà. Per carità, capita anche agli squadroni, figuriamoci se non può accadere ad una squadra nuova e in assemblamento come quella di Longo.

Paradossalmente, il miglior Bari nella partita contro il Cosenza, si è visto proprio dopo l’espulsione di Lella. Nulla di trascendentale, ma l’inferiorità numerica ha dato una scossa psicologica a Benali e compagni. Elemento da non tralasciare, soprattutto se pensiamo allo scorso torneo e alla poca tempra che quella squadra dimostrava nelle difficoltà: partite come quelle contro i cosentini, portavano a ben altri epiloghi. Ma questo Bari di Moreno Longo è fatto di ben altra pasta, ma c’è ancora da lavorare. Nulla di strano, visto che siamo ancora alla settima giornata di un campionato ancora lunghissimo oltre che imprevedibile: i galletti sono ad un passo sia dalla zona playoff che da quella playout e, soprattutto, l’equilibrio regna sovrano coma da prassi nel torneo cadetto.

A voler trovare il pelo nell’uovo, si può mettere in evidenza come questo Bari tiri poco in porta, soprattutto con gli attaccanti. Un limite che al momento c’è e che non può essere ignorato. Lasagna si muove molto ed è un costante pericolo per le difese avversarie, ma calcia poco in porta e si perde spesso sul più bello. Novakovich non è un bomber ed è più utile nel gioco di squadra, mentre Favilli è ancora in fase di rodaggio. Un vero peccato non aver completato l’opera con una punta di diamante. Cosa sarebbe stato questo Bari con un Coda in attacco? Ma per poter ambire a calciatori di questo calibro occorre investire e i De Laurentiis non hanno molta voglia di farlo lasciando la società in piena autogestione. Non resta che sperare nelle idee invernali di Magalini e nel lavoro di mister Longo e i suoi ragazzi. Ma la piazza di Bari merita ben altro…

Foto Ssc Bari

 

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