La demenza, che colpisce in Italia 1.480.000 persone (2,3 milioni attesi entro il 2050), resta una malattia non compresa su cui grava un pesante stigma: l’80% della popolazione mondiale – 4 persone su 5 – ritiene infatti che sia una normale conseguenza dell’età, e non una condizione medica. E l’aspetto ancora più sconcertante è che quasi 2 operatori sanitari su 3 (il 65%) ha questa convinzione errata. Sono i dati del Rapporto Mondiale Alzheimer diffusi in occasione della XXXI Giornata Mondiale (il 21 settembre), da Alzheimer’s Disease International e dalla Federazione Alzheimer Italia, un’indagine su 40.000 persone, tra pazienti, caregiver, personale sanitario e popolazione generale da 166 Paesi. Emerge un netto peggioramento dello stigma che pesa sulla demenza, coinvolgendo persino gli operatori sanitari. Infatti l’88% delle persone con demenza è stata vittima di stigma.
Il 31% evita le situazioni sociali per paura di essere discriminato; il 47% dei caregiver declina gli inviti di amici e familiari e il 43% non invita più ospiti a casa. Lo stigma, afferma Katia Pinto, presidente della Federazione Alzheimer, porta con sé isolamento sociale, che è a sua volta un fattore di rischio per la demenza e contribuisce a peggiorarne i sintomi e la salute mentale in generale. Le false idee sulla demenza tra gli operatori sanitari, spiega Paola Barbarino, amministratrice delegata di ADI, possono portare a ritardi diagnostici e terapeutici. È necessario che tutti gli operatori sanitari siano pienamente consapevoli e convinti del fatto che la demenza è una condizione medica causata da un insieme di cause, aggiunge. In positivo emerge che oltre il 58% del pubblico ritiene che la demenza sia causata da abitudini non sane e oltre il 93% ritiene che ci siano azioni possibili per migliorare la vita delle persone con demenza. “La vita di una persona non finisce con la diagnosi di demenza – ribadisce Pinto. La Federazione Alzheimer ha avviato il progetto Dementia Friendly Italia per combattere lo stigma e costruire una società in cui le persone con demenza e le loro famiglie possano sentirsi sempre accolte e comprese. Serve però l’impegno di tutti: governi, istituzioni, professionisti sanitari, semplici cittadini per abbattere il muro di vergogna” e falsi miti che ostacolano un’assistenza adeguata e rubano dignità alla vita dei pazienti.
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