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Farmaco contro la bronchiolite a Bari, il pediatra: “Sfida importante”

Dai sintomi alle cure, il commento di Antonio Di Mauro

Pubblicato da: Rosanna Volpe | Lun, 23 Settembre 2024 - 13:10
neonato
Nessuna emergenza “bronchiolite” per il pediatra Antonio Di Mauro, ma sicuramente l’attenzione deve essere mantenuta alta per una malattia virale che  preoccupa e non poco.
1) Dottore si parla tanto di bronchiolite, si tratta di una vera emergenza?
La bronchiolite è una malattia respiratoria di natura virale che può causare insufficienza respiratoria soprattutto nei bambini con età inferiore ad un anno.
Forme gravi di bronchiolite sono spesso associate al Virus Respiratorio Sinciziale e possono richiedere l’ospedalizzazione e il ricovero in terapia intensiva neonatale e pediatrica. Quest’ultima poco rappresentata sul territorio italiano, con una offerta di posti letti pediatrici spesso inferiore alla domanda, specie durante le epidemie stagionali. Il rapporto RespiVirNet relativo alla circolazione del VRS in Italia ha evidenziato un aumento significativo di casi di infezione da VRS, insieme alla co-circolazione di altri virus respiratori, inclusi rinovirus, virus influenzale, metapneumovirus e l’immancabile Sars-Cov2. Siamo a Settembre e la circolazione virale è ancora molto bassa. Non c’è alcuna emergenza ora. Ma dobbiamo arrivare alla stagione “calda”, preparati e consapevoli. Le emergenze vanno evitate. Specie se prevenibili.
2) Quali i sintomi che devono preoccupare?
La bronchiolite è una infezione respiratoria acuta e come tale i sintomi principali sono la congestione nasale e la tosse, anche persistente, che può peggiorare con il progredire dell’infezione. La febbre se presente è lieve. Nella maggior parte dei casi la prognosi è buona e il decorso benigno. La maggior parte dei bambini migliora entro 1 – 2 settimane con una sola terapia di supporto, data la mancanza di una terapia specifica ed efficace per questa patologia. Il genitore deve conoscere però quali sono i segni che destano preoccupazione e meritano l’attenzione del pediatra:
–       Irritabilità e la difficoltà ad alimentarsi
–       l’aumento della frequenza respiratoria
–       la presenza dei rientramenti intercostali e sottodiaframmatici (movimenti anomali della cassa toracica durante la respirazione)
Proprio ieri, la Federazione Italiana Medici Pediatri ha diffuso un poster informativo sulla Bronchiolite per i genitori, ri-condiviso da tanti pediatri ai loro assistiti. Un genitore consapevole è un ottimo alleato per il pediatra del proprio bambino.
3)  Esiste la possibilità di prevenire la bronchiolite? 
La prevenzione della bronchiolite si basa su misure volte a ridurre il rischio di esposizione ai virus respiratori. 5 semplici regole, che ben abbiamo conosciuto nel COVID, ci possono aiutare:
–       lavare frequentemente le mani con acqua e sapone
–       evitare contatti ravvicinati soprattutto nei primi mesi di vita
–       disinfettare regolarmente le superfici comuni
–       ventilare regolarmente gli ambienti
–       evitare luoghi chiusi affollati
Una menzione particolare meritano i fratellini e le sorelline più grandi. Spesso frequentando le scuole dell’infanzia sono loro i veri “cavalli di troia” delle infezioni respiratorie nelle famiglie. Tuttavia ci sono alcune misure preventive, oltre quelle menzionate, che si possono adottare: in primis spiegare al fratello maggiore l’importanza di coprire bocca e naso quando si tossisce o starnutisce, preferibilmente usando il gomito. Abituarli ad un cambio di vestiti al rientro a casa. Se possibile cercare di far dormire i bambini in stanze separate. Infine ricordo sempre che l’allattamento al seno, grazie agli anticorpi contenuti nel latte materno, ha una azione protettiva nei confronti delle infezioni, bronchiolite compresa. E che l’esposizione al fumo di sigaretta, anche di “terza mano”, è invece da evitare perché rende le vie respiratorie dei piccoli più suscettibili alle infezioni.
4) Un nuovo farmaco potrebbe però segnare una svolta: si tratta dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab, che ha dimostrato di prevenire le ospedalizzazioni e che il ministero della Salute ha annunciato di voler rendere disponibile gratuitamente. E’ una ipotesi possibile a stretto giro?
Il Nirsevimab è un anticorpo monoclonale sviluppato per prevenire le infezioni causate dal virus respiratorio sinciziale. A differenza dei vaccini tradizionali che stimolano il sistema immunitario alla produzione di anticorpi, dobbiamo considerarlo un prodotto “pronto all’uso”, che a seguito di una iniezione, fornisce una protezione immediata e duratura contro il VRS, per tutta la stagione “calda”. Quella cioè che parte da Novembre. Sarà una vera corsa contro il tempo. Vanno prima trovate le risorse per l’acquisto (si parla di inserire il farmaco in fascia A, in modo da eliminare la disparità di trattamento nelle regioni in piano di rientro; oppure di autorizzare le Regioni all’acquisto diretto a carico del SSN) e poi va organizzata al meglio la campagna vaccinale. Si presume con somministrazioni dirette all’uscita delle neonatologie per i neonati che nascono durante la stagione epidemica, e una somministrazione territoriale per nati nati al di fuori della stagione epidemica di età inferiore all’anno. Sarà una bella sfida. E ogni pediatra, conscio che la prevenzione è un investimento e un risparmio in termini di costi e salute, sarà pronta ad accoglierla tempestivamente se gliene sarà data l’opportunità. Nessuno più di noi conosce l’impatto che la bronchiolite ha sulle famiglie, sul nostro lavoro quotidiano, e sul Sistema Sanitario Nazionale.
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