“Il disastro (annunciato) dell’Umbertino. Le conseguenze della mancata pianificazione territoriale”. Inizia così un lungo post di Mauro Gargano, rappresentante del comitato di salvaguardia della zona Umbertina che ha fortemente condannato l’operato delle amministrazioni degli ultimi anni che hanno dato il via libera all’apertura di decine e decine di locali in pochi isolati.
“Per meglio comprendere il problema, ormai strutturale, dell’Umbertino basta dare un’occhiata alla mappa, di seguito pubblicata, degli insediamenti delle attività di ristorazione – spiega – Oramai siamo arrivati a ben 70 locali e localini, RIPETO BEN 70 LOCALI, (con altri 3 di prossima apertura), 4 food truck e 1 distributore automatico (nel 2019 erano 45 locali), la maggior parte condensata in 3-4 isolati. Con predominanza di attività che essendosi insediate in ambiti di pochi metri quadri svolgono la loro attività all’esterno. Situazione palesemente insostenibile proprio a causa del congestionamento degli insediamenti. Apprendiamo dalla stampa che la nuova amministrazione vorrebbe intervenire limitando gli orari di apertura notturna degli esercizi. Ne sapremo di più quando avremo l’incontro con l’amministrazione comunale che abbiamo richiesto sin da fine agosto. Non possiamo però non evidenziare che se non si interviene immediatamente sulle CAUSE gli interventi sugli effetti potrebbero risultare inefficaci”.
“A nostro avviso il primo provvedimento da assumere con urgenza, se effettivamente si volesse arginare il fenomeno della c.d. Mala Movida, è quello del DIVIETO di nuovi insediamenti di attività di somministrazione di alimenti e bevande nell’ Umbertino. Ambito territoriale ormai congestionato e saturo di questa tipologia di attività che andrebbe delocalizzata – continua la nota – Lo prevede la normativa vigente art. 64 comma 3 del D.lgs.59/2010 “”Tale programmazione può prevedere, sulla base di parametri oggettivi e indici di qualità del servizio, divieti o limitazioni all’apertura di nuove strutture limitatamente ai casi in cui ragioni non altrimenti risolvibili di sostenibilità ambientale, sociale e di viabilità rendano impossibile consentire ulteriori flussi di pubblico nella zona senza incidere in modo gravemente negativo sui meccanismi dì controllo in particolare per il consumo di alcolici, e senza ledere il diritto dei residenti alla vivibilità del territorio e alla normale mobilità””.
Ed ancora installazione delle centraline per monitorare H24 L’INQUINAMENTO ACUSTICO che come è stato accertato nella recente indagine penale pervade tutto l’Umbertino. Ricordiamo che ci sono precise normative a livello europeo, nazionale e regionale contro l’inquinamento acustico che stabiliscono i valori limite di tollerabilità del rumore nelle diverse fasce orarie (diurna 06/20, serale 20/22, e notturna 22/06) che vanno rispettate proprio perché a TUTELA DEL DIRITTO PRIMARIO ALLA SALUTE. È precipuo obbligo dell’ amministrazione comunale, che già è responsabile per non aver governato il fenomeno degli insediamenti del food (potevano costituire una risorsa), far rispettare dette normative. Le foglie di fico (ad uso mediatico?) servono a poco”.