Ospitiamo l’intervento dell’architetto Gianvito Spizzico in merito alla pedonalizzazione di via Manzoni, presentata sabato dal sindaco Vito Leccese.
“Il progetto di pedonalizzazione di via Manzoni si inquadra in una più estesa idea di rigenerazione del Libertà Un quartiere, nelle parti più interne, che per decenni ha rappresentato quelle che chiamavo “le nuove periferie” ovvero quartieri marginali alla città pur facendo parte del tessuto urbano vitale. Un quartiere che tra interventi in strutture pubbliche e nascita di strutture ricettive in aumento costante e considerevole sta già silenziosamente cambiando. Basta osservare i gruppi di stranieri che di mattina e la sera percorrono le strade di ingresso al quartiere e sostano nei supermercati di zona.
Riguardo alla descrizione del progetto non entro nel merito né di alcune scelte dei progettisti sui disegni della pavimentazione e nemmeno in sostanza sulle posizioni di chi si è detto contrario alla pedonalizzazione rappresentando tesi alquanto retrò e di mancanza di prospettiva. Costoro invocano la vecchia abitudine tutta barese del cliente che deve raggiungere un negozio avendo la macchina parcheggiata davanti e quindi teorizzano ulteriori chiusure non compiendo un ragionamento ed una analisi del perché nel tempo la strada è diventata piena di locali vuoti e abbandonati. Tesi ripeto alquanto retrò perché le pedonalizzazioni che vengono effettuate nelle città contemporanee, contrariamente alle tesi degli oppositori, portano con loro rivitalizzazione e nuova vita sociale. Per via Manzoni basta immaginare come cambierà anche l’aspetto visivo, non solo per l’intervento generale, ma con la eliminazione di tutte quelle superfetazioni, a volte davvero ignobili, delle vetrine e rivestimenti delle facciate dei palazzi d’epoca che sono nascoste nella loro interezza. Alcune di queste oggi in totale incuria ed abbandono costituiscono anche un vero pericolo per la incolumità pubblica e generano anche un disordine visivo che è la negazione del concetto di “decoro urbano”.
Nel prevedere dunque nuove aperture però vi è da suggerire all’amministrazione la massima attenzione alle tipologie, mi riferisco in particolare alle esperienze delle città contemporanee che hanno o stanno pedonalizzando intere zone, Bologna. Roma, Napoli e tante altre, ha vissuto l’esperienza che la pedonalizzazione porta con se la domanda di aperture di locali di intrattenimento, che siano bar o food.
Il problema ovviamente non è certo quello di negare questo fenomeno ma di cercare di governarlo per evitare, come nelle città citate e Bari fra queste, che diventino zone solo di food perché l’esperienza appunto ci insegna che tali categorie, oggi ritenute molto remunerative rispetto ad altre, provocano una lenta e costante espulsione delle attività commerciali diciamo tradizionali. Per Bari un esempio per tutti è l’isolato di via Roberto da Bari tra via Dante e via Nicolai dove sono scomparse le attività precedenti per essere sostituite da locali del food. Quanto sostengo non è certo contro queste attività di ristorazione e beverage, anzi, ma solo la speranza che avvenga un mix tra queste e le attività commerciali generali, che siano abbigliamento o di altre categorie. Anche perché classicamente questo genere di locali fungono da centri attrattori di persone, specie di sera, e l’iper affollamento degli stessi rischia di replicare le problematiche che si riscontrano nel Madonnella. A progetto ultimato sarà senza dubbio piacevole camminare tra alberi e arredo urbano e visitare i negozi in tutta tranquillità, magari sedendosi per un aperitivo in uno degli immancabili locali che appariranno”.