“Contratti artificiosi” e cessioni di rami di azienda “a prezzi irrisori” tra due società che però avevano lo stesso settore di competenza, la gestione dei rifiuti solidi urbani, e la sede nello stesso complesso, esteso tra capannone e terreni circostanti per circa 4.300 metri quadrati, a Barletta. Una delle due però risultava liquidata, l’altra sostituta della prima. È quanto hanno scoperto i finanzieri della compagnia di Molfetta (Bari) che hanno sequestrato impresa, terreni, automezzi, impianti, macchinari, arredi di uffici, autorizzazioni provinciali e iscrizioni all’albo dei gestori ambientali per un valore complessivo di oltre 500mila euro. Il decreto di sequestro, finalizzato alla confisca, è stato disposto dal Tribunale di Trani su richiesta della locale Procura che ha coordinato le indagini. Due gli indagati: si tratta dei rappresentanti legali delle due società finite nel mirino degli investigatori e che sono accusati, in concorso, di bancarotta fraudolenta per distrazione.
I due, secondo chi indaga, avrebbero “trasferito un intero ramo d’azienda con gli asset della società ormai decotta a favore della newco”, il tutto a “un prezzo vile e senza accollo dei cospicui debiti pendenti”. Secondo quanto emerso dalle indagini, per sei anni, dal 2017 al 2023, la società destinataria del provvedimento di sequestro, avrebbe beneficiato “di ingenti distrazioni patrimoniali a danno di una società preesistente, poi dichiarata liquidata giudizialmente, e attiva nello stesso settore e negli stessi locali”. Trasferimenti che sarebbero stati possibili grazie ad “artificiosi contratti e a prezzi irrisori”.