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Ciofani: “Il Bari è una squadra intensa. Longo è un martello”

Il doppio ex di Bari e Frosinone ha analizzato il momento dei biancorossi e i temi del prossimo match di campionato

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Gio, 19 Settembre 2024 - 18:01

(di Nicola Lucarelli) Archiviata la prima vittoria in campionato, Il Bari non vuole fermarsi e continuare a risalire la classifica verso posizioni più consone al proprio blasone. Ma sulla strada dei galletti c’è il Frosinone di Angelozzi e Vivarini reduce dalla pesante sconfitta esterna contro il Brescia.

Per affrontare i vari temi di questo match e per analizzare questa prima parte del campionato cadetto, ci siamo rivolti ad un doppio ex della sfida, vale a dire Matteo Ciofani che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.

Matteo Ciofani, al termine dell’ultima stagione con la maglia della Triestina, la decisione di appendere gli scarpini al chiodo…

“La decisione è maturata al termine della scorsa stagione. Ho fatto una chiacchierata con la società circa il mio futuro e mi hanno proposto un incarico nel club, anche se avrei continuato a giocare. Con la mia famiglia stiamo bene a Trieste e, dopo un lungo girovagare per l’Italia, era arrivato il momento di fermarsi. Lavorerò come tecnico in seconda della formazione primavera”.

Insieme a lei, ha smesso anche suo fratello Daniel: entrambi siete stati ammessi al corso UEFA B. Cosa bolle in pentola?

“Anche Daniel non voleva smettere, ma è arrivato anche per lui il tempo di appendere gli scarpini al chiodo. Lavorerà per la Cremonese con un incarico dirigenziale. Abbiamo entrambi tanto da imparare”.

Lei ha vestito la maglia del Bari, mentre suo fratello è stato spesso al centro di rumors di calciomercato. C’è mai stato qualcosa di concreto?

“Da quel che mi risulta, credo proprio di no. Ma ormai il calciomercato è un susseguirsi di voci e notizie”.

Tornando a lei, una carriera iniziata a Pescara nel 2007. Quale la gioia più grande ed il rimpianto più cocente?

“Un viaggio bello lungo. Le gioie più grandi sono legate alle due promozioni con la maglia del Frosinone. Ma la cosa più bella è stata giocare contro il Milan a ‘San Siro’ insieme a mio fratello: il famoso sogno nel cassetto che si realizza. Le delusioni più grandi sono state due: il pareggio interno contro il Foggia che costò al mio Frosinone la promozione diretta in serie A, anche se poi vincemmo i playoff. Ma anche la sconfitta con la maglia del Bari nella finale contro la Reggiana, fu una bella batosta”.

Ad inizio carriera, nella stagione 2008/09 anche una parentesi nel Bitonto in serie D…

“Arrivai a gennaio dal Pescara. Nella formazione abruzzese non c’era posto e decisi di andarmi a fare le ossa in serie D. Disputammo un buon campionato arrivando terzi, perdendo la finale playoff contro il Barletta. Nella città pugliese mi sono trovato bene”.

Tra le varie società nelle quali ha militato, spicca senza dubbio il Frosinone, prossimo avversario del Bari in campionato: 142 presenze e 6 reti dal 2013 al 2018…

“Quella di Frosinone è stata la parentesi più lunga e gratificante della mia carriera: ho vinto 3 campionati e giocato in serie A. Mio figlio è nato nella città ciociara. Ho un legame molto forte con quei colori”.

A Bari è giunto invece nel 2020 in serie C. Esordio con gol nella gara interna contro il Francavilla al ‘San Nicola’…

“Ero arrivato a Bari il mercoledì e mister Vivarini mi buttò subito dentro. Quella contro il Francavilla fu una delle ultime partite con il pubblico perchè, dopo qualche giorno, iniziò il lockdown. Purtroppo dopo quel match, non ho più visto il ‘San Nicola’ pieno”.

La stagione 2020/21 è stata la peggior stagione dell’era De Laurentiis a Bari, dopo quella dello scorso anno: 3 cambi di guida tecnica e un avvicendamento anche nel ruolo di Ds. Quali i più grandi errori commessi in quel campionato?

“Secondo m, ci fu una rivoluzione eccessiva perchè, la squadra che perse la finale contro la Reggiana, fece 27 risultati utili consecutivi. Ma non partimmo nemmeno male perchè, sino a metà torneo, eravamo nella scia della Ternana che procedeva ad un gran ritmo. Poi, dopo lo scontro diretto perso in casa, iniziò la nostra fase calante con un errore dietro l’altro”.

Auteri e Carrera, tecnici diversi che non riuscirono a far svoltare quel torneo. Probabilmente il problema non era il ‘manico’…

“In campo ci vanno sempre i calciatori. Certo, anche l’allenatore deve fare il suo lavoro, ma gran parte delle colpe sono sempre dei calciatori”.

Di quel Bari, resta ben poco. L’unico superstite è Mattia Maita che sta vivendo un periodo turbolento…

“Maita è un giocatore forte arrivato tardi nel calcio che conta. Probabilmente la cocente delusione per la mancata promozione in serie A l’avrà condizionato, ma lo scorso campionato è stato un disastro per tutti. Quest’anno è ripartito bene e credo stia tornando sui suoi livelli”.

Il Bari è ora guidato da Moreno Longo, tecnico che conosce bene: è l’allenatore giusto per una piazza come Bari? Quali i suoi pregi e difetti da allenatore?

“Longo può essere l’allenatore giusto per il Bari perchè è un tecnico che sa motivare le proprie squadre. Non è un mister che si piange addosso oltre ad essere molto bravo nella comunicazione. In campo è un ‘martello’ e riesce a dare un’identità tattica e caratteriale alle squadre che allena. A mio parere è l’allenatore ideale per ricostruire. Senza dimenticarci che negli ultimi anni ha ottenuto buoni risultati: metà promozione del Como è opera sua”.

Biancorossi che hanno ottenuto la prima vittoria stagionale nell’ultimo turno contro il Mantova, giocando anche un buon calcio…

“Il Bari è una squadra intensa, come il suo allenatore. Longo è un tecnico a cui non piace subire il gioco degli avversari. La squadra biancorossa ha anche un buon impianto di gioco, mi piace”.

Venendo a questo campionato di B, quali le sue favorite per la promozione?

“Pensavo che la Sampdoria potesse fare un campionato di vertic, ma è partita malissimo. Discorso simile può essere fatto per il Frosinone. Credo che la Cremonese sia la formazione più attrezzata. Mi sta piacendo anche il Pisa di Inzaghi”.

E’ stato allenato sia da Longo che da Vivarini, in cosa si differenziano?

“Sono stato allenato da entrambi. Vivarini l’ho avuto anche all’inizio della mia carriera quando giocavo nell’Angolana in serie D per poi ritrovarlo a Bari nel 2020. Devo dire che nelle ultime stagioni c’è stata una metamorfosi tattica da parte sua: il Catanzaro giocava diversamente rispetto al mio Bari perchè non c’era un possesso palla fine a se stesso ma verticalizzava maggiormente. Longo è un tecnico più pragmatico oltre ad essere un grande motivatore: un allenatore alla Conte o alla Vanoli per intenderci”.

Nel prossimo turno si giocherà proprio Frosinone Bari. Ciociari reduci dal pesante ko di Brescia. Che partita si aspetta?

“Mi aspetto una reazione d’orgoglio da parte del Frosinone. Sarà una partita aperta perchè il Frosinone gioca a viso aperto. E il Bari sarà lì, come tutte le squadra di Longo, pronto a colpire”.

(foto Ssc Bari)

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