La seduta del Consiglio comunale, convocata per eleggere presidente e vicepresidente, si è aperta con il lungo e amaro intervento del capogruppo del Pd, Marco Bronzini.
“Questo è l’intervento più difficile in questi miei 20 anni in questa aula. Sono costretto a dire alcune cose che non ho detto durante la riunione di maggioranza che si è tenuta. Siamo giunti qui coinvolgendo un onesto consigliere con una storia lineare. La prima manifestazione a cui ho partecipato è stata nel febbraio del 1969, stringevo uno striscione contro l’allora ministro dell’Istruzione. Da quel giorno non ho mai cambiato posizione, sono rimasto sempre di sinistra. Questo è un valore. Non mi sono mai candidato a nulla, forse ho sbagliato perché le autocandidature sono paganti per furbizia, perché in alcuni casi servono. Abbiamo tanto da dire, il problema della presidenza è frutto di una composizione dell’esecutivo non sufficientemente elaborata con regole paritarie. Per ogni componente della giunta il sindaco ha adottato regole diverse per giustificare la scelta. Per i cinque stelle ha atteso che sia fornito altro nome, non parlo delle sviste precedenti e non ha ritenuto di ascoltare le altre organizzazioni politiche come il Pd. Parlo assumendomi la responsabilità di dire chr il PD si è fatto dolcemente massacrare”.
“Da 20 anni da quando abbiamo portato il centrosinistra al governo della città, è la prima colta che non abbiamo un sindaco o vicesindaco del pd e non avremo presidente del consiglio. Il Pd è stato degradato, massacrato, ma ancora di più perché all’interno del Pd non abbiamo potuto neanche aprire discussione”.
Bronzini attacca la scelta di confermare i due assessori del Pd, Pietro Petruzzelli e Paola Romabo. “Abbiamo due assessori del Pd perché c’è stato un accordo pre elettorale. Se un sindaco non può stare più di 10 anni mi sembra strano che qualcuno possa stare per ancora più anni. Leccese avrebbe dovuto dire in campagna elettorale che i posti erano 8 perché due già dati. Avremmo operato in trasparenza. Nessuna valutazione su quello che è stato fatto. Non si può dire che la città è sporca e poi c’era assessore all’ambiente riconfermato. Senza dimenticare le delibere regionali cambiate per distruggere le scuole. Io non ho partecipato ad alcuna riunione di maggioranza che ci convolgesse sulla presidenza del Consiglio. C’è stata una espropriazione di un compito che spetta ai consiglieri. Io ne ho preso atto e mi sono dimesso dalla Città metropolitana.
Mi si spiegasse perché in 20 anni sono ancora seduto qui, io posso parlare, la città è indignata per quello che sta accadendo. L’onestà e il sacrificio e il lavoro prima o poi dovrebbero essere paganti, questa città nasconde dietro le apparenze qualcosa che non mi convince.
Io so come andrà a finire oggi e avrei potuto soffermarmi su altro, i conti sul bilanciamento della giunta non funzionano. Vi chiedo guardandovi negli occhi, come faccio con i miei studenti, che cosa fa il cittadino quando imbuca la scheda, prova sentimento della speranza , la speranza ha due figli: indignazione e coraggio. Indignazione c’è, il coraggio non so se c’è ma oggi non si vota per il presidente del Consiglio si vota per dire alla città se in questa aula c’è coraggio o non coraggio”.