“La potenza della cultura ritorni nelle scuole, per parlare ai ragazzi attraverso i grandi insegnamenti dei classici”, così Gianluigi Belsito, regista e attore e promotore del Teatro del Viaggio, riflette riguardo gli ultimi accadimenti che ricordano ancora e ancora quanto i social serpeggino nella mente degli adolescenti offuscando buon senso e la costruzione delicatissima del sé. “I social tendono a falsare la propria identità”, osserva Belsito, pensando soprattutto alla ragazza che ha perso i sensi dopo aver bevuto della vodka nel bagno di scuola durante il primo giorno di lezione al rientro dalle vacanze.
“La tua persona diventa un personaggio – continua Belsito – Ti crei un nickname che non è il tuo vero nome, utilizzi delle foto piene di filtri totalmente falsate rispetto a come sei realmente, usi citazioni prese in rete attribuendosi pensieri di altri, partecipi alle cosiddette challenge per ottenere visibilità o, peggio, approvazione”. E’ di qualche giorno fa la notizia dell’appello lanciato da tantissime star del cinema italiano: Paola Cortellesi, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Alba Rohrwacher, Luca Zingaretti e tanti altri chiedono al governo di lavorare sullo stop immediato agli smartphone fino ai 14 anni e il divieto dei social fino ai 16 anni. Non una provocazione ma un vero e proprio allarme sociale sollevato già da diversi psicologi post covid e da un recente studio sulle neuroscienze che avrebbe accertato un minore sviluppo della corteccia cerebrale seguito al ridimensionarsi della vita sociale fisica, che viene vissuta in misura maggiore online.
“Operando da anni nel settore del teatro per studenti e con gli studenti, io lancio sempre ai giovani la provocazione di una sfida con se stessi, portandoli a mettere in gioco la propria identità, ma quella vera, non quella finta dei social”, spiega Belsito. “Come? Mettendosi a nudo davanti ad un pubblico attraverso il vissuto di un personaggio creato da un grande autore classico, confrontandolo con il proprio vissuto ed eventualmente prendendo le distanze con spirito critico”. Un’idea ben chiara quella del regista che si fonda su una carriera trentennale spesa a diretto contatto con le realtà più disparate, oltre il classico teatro, esperienza che ha forgiato una profonda conoscenza dell’essere umano che, unitamente allo studio dei più grandi personaggi della letteratura e del teatro, ha indirizzato alcune delle ultime rappresentazioni di Belsito su tematiche ben precise. “Uno degli spettacoli che sto proponendo alle scuole con il mio teatro del Viaggio è il mito di Narciso, un racconto potente quanto quello di Dorian Gray, che ho da poco portato nel carcere di Bari, per i detenuti”, racconta Belsito, che conclude: “Li trovo molto vicini alla generazione che rispecchia se stessa nella rete. Ma entrambi non fanno una bella fine! L’importanza del teatro nelle scuole è imparare dai classici, rapportandoli alla contemporaneità”.