Con un’incidenza di 15mila nuovi casi l’anno, quasi 2 ogni ora, il linfoma è uno dei più frequenti tumori del sangue e pone ancora molte sfide alla comunità scientifica. Sostenere la ricerca e migliorare la conoscenza è l’obiettivo della Giornata della consapevolezza sul linfoma, che si celebra il 15 settembre.
La giornata serve anche a far conoscere i campanelli d’allarme. “Non potendoci avvalere di test di screening, è fondamentale non sottovalutare alcuni segni”, ricordano gli
esperti del Policlinico di Milano: ingrossamento di uno o più linfonodi superficiali non dolenti; febbre persistente senza una causa infettiva evidente; abbondanti sudorazioni notturne; prurito generalizzato e calo di peso non giustificato.
I linfomi originano dalle mutazioni delle cellule staminali emopoietiche vengono distinti in due tipologie: Hodgkin e non Hodgkin. I linfomi di Hodgkin sono tumori del sistema immunitario caratterizzati da un primo picco di incidenza intorno ai 30 anni e da un secondo verso i 70. Rappresentano la neoplasia più frequente tra i 20 e i 30 anni con un’incidenza di 3-4 casi per 100.000 abitanti per anno. Questo tumore, ricorda l’Avis, “costituisce uno dei maggiori successi dell’oncologia come documentato dall’ottima sopravvivenza a 5 anni pari a circa il 90%”.
I linfomi non Hodgkin sono invece un gruppo eterogeneo di neoplasie del sistema immunitario che originano dai linfociti di tipo B o T. Nel 2023 sono state stimate circa 14.400 nuove diagnosi e sono tra i 10 tumori più frequenti in Italia. Coinvolgono maggiormente soggetti di età avanzata e il numero di nuovi casi si è stabilizzato a 20 su 100.000 abitanti.