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Godeas: “A questo Bari manca il bomber. Col Mantova sarà dura”

Il 'doppio ex' ha raccontato le sue avventure nel Bari e nel Mantova e analizzato il momento dei biancorossi

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Sab, 14 Settembre 2024 - 17:29

(di Nicola Lucarelli) Esauriti gli impegni delle nazionali, torna il campionato di serie B con il Bari che ospiterà il neo promosso Mantova allo stadio ‘San Nicola’. Dopo il pareggio rimediato contro la Samp nell’ultimo turno, la formazione biancorossa riparte tra le mura di casa alla ricerca della prima vittoria stagionale.

Per trattare i vari temi di questa gara, senza tralasciare l’avvio di stagione turbolento dei galletti, abbiamo interpellato un doppio ex di Bari e Mantova, vale a dire Denis Godeas che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.

Denis Godeas, detto ‘L’ariete di Medea’, uno dei calciatori più prolici del calcio italiano con ben 335 gol in partite ufficiali tra Serie A, Serie B, Serie C e Serie D…

“I numeri contano sino ad un certo punto. Quello che conservo con più affetto sono i ricordi positivi dei miei ex compagni legati al mio modo d’essere e al mio comportamento dentro e fuori dal campo”.

Il 4 ottobre 2020, all’età di 45 anni, ha segnato un gol nella partita tra Triestina Victory e ASD Mariano 1925, entrando così nella storia del calcio italiano per aver segnato in tutte le sue categorie, sia professionistiche che dilettantistiche. Quale il suo segreto?

“Per giocare ad un certo livello, superati i 40 anni, bisogna affidarsi alla genetica e alla fortuna: nel mio caso, durante la carriera, ho subito pochissimi infortuni e mai gravi. Un pò come Valerio Di Cesare, mio ex compagno”.

Ha appeso gli scarpini al chiodo nel 2021 proprio nella Triestina Victory, società satellite della Triestina. Attualmente è ancora nel mondo del calcio?

“In realtà ho smesso prima, gli ultimi anni mi sono divertito nella categorie dilettantistiche. Il mio amico Mauro Milanese fondò la Triestina Victory e mi chiese di creare una squadra insieme a lui. Mi sono divertito molto, ma il calcio vero è un’altra cosa. Ho allenato sino allo scorso anno tra Eccellenza e serie D e ora sono in procinto di conseguire il patentino a Coverciano. Mi piacerebbe allenare nelle categorie superiori”.

Uomo simbolo della Triestina, è stato uno dei calciatori più rappresentativi della squadra giuliana, di cui è anche il capocannoniere assoluto con 90 reti complessive…

“Per me la Triestina è casa: sono partito dal settore giovanile per arrivare sino alla prima squadra. Conosco tutti i tifosi della curva: è il giardino buono della mia vita calcistica”.

Oltre al calcio, di cosa si occupa? Dove vive?

“Vivo a Medea, un paese di mille abitanti a 40km da Trieste. Sto seguendo un’attività familiare legata al settore agricolo”.

Ma nella sua lunga e prolifica carriera ha anche miliato nel Mantova, prossimo avversario del Bari: dal 2007 al 2009 per un totale di 100 presenze e 43 reti. Esperienza importante…

“Esperienza importante se ci limitiamo ai miei numeri. A livello di squadra le cose andarono meno bene perchè l’organico venne costruito male: c’era tanto talento ma poco equilibrio perchè eravamo troppo votati alla fase offensiva. Con me in squadra c’erano Giorgio Corona, Stefano Fiore e Tomas Locatelli”.

Meno fortunata e prolifica invece, la parentesi nel Bari: solo 12 presenze ed 1 rete…

“Mi sono trovato molto bene a livello di spogliatoio e legai molto con Gaetano De Rosa. Arrivai dal Como in condizioni fisiche deficitarie: quella in Puglia è stata la mia annata peggiore dal punto di vista fisico considerando l’intera carriera. Ho avuto la pubalgia per quasi 11 mesi e non riuscivo neanche a stare seduto”.

Si ricorda l’unica rete in biancorosso?

“Ricordo tutti gol realizzati nella mia carriera. Segnai contro il Messina e la particolarità fu che in porta per i siciliani c’era l’attaccante Amauri, perchè i giallorossi erano rimasti in dieci. Eravamo una squadra forte, costruita per recuperare posizioni ma c’erano troppi doppioni”.

E a Bari città come si è trovato? Che ricordo ha dei tifosi biancorossi?

“Vivevo a Palese con Nicola Mora. Devo essere sincero: mi avevano parlato male di Bari, dicendomi che non si viveva bene perchè troppo pericolosa. In realtà sono stato benissimo e ho conosciuto gente in gamba. Posso dire solo cose positive: Bari è bella”.

E veniamo al Bari dei giorni nostri: avvio stentato, ancora nessun vittoria, ma la squadra gioca bene, come se lo spiega?

“Il Bari è una buona squadra costruita per disputare un campionato importante. Ma il torneo cadetto è difficile ed equilibrato: ci vuole poco per passare dalla zona playout a quella playoff. Moreno Longo è un tecnico di livello. Forse quello che manca ai galletti è il bomber dai gol sicuri, il Coda della categoria per intenderci. Una punta così andrebbe sempre presa se si vuol fare un campionato ambizioso: c’è Caputo svincolato e per me potrebbe fare al caso del Bari. Lasagna è un ottimo calciatore, ma non è un bomber”.

Da ex attaccante, crede che sia meglio giocare con due punte e un fantasista o 2 trequartisti e una punta?

“L’importante è l’equilibrio: si può giocare anche con 6 punte. Credo che sia difficile giocare con calciatori con le stesse caratteristiche a prescindere dal modulo”.

Sabato si gioca Bari Mantova, da doppio ex come inquadra la sfida?

“Il Mantova gioca bene e ha cambiato poco rispetto allo scorso anno. E’ una squadra che rischia troppo perchè cerca sempre il fraseggio. Per il Bari sarà una partita tosta: sulla carta i galletti sono superiori, ma in campo non ci vanno le figurine”.

 

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