Un avvio di settimana ricco di disagi per i pendolari di Bari: da una parte lo sciopero, dall’altra “le solite” problematiche che hanno portato nella giornata di ieri, moltissimi, a passare diverse ore sui mezzi o in stazione in attesa che i treni ripartissero. I disagi si erano già registrati nella giornata di domenica, quando per via dello sciopero nazionale del personale del gruppo FS, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord, c’erano stati moltissimi ritardi e cancellazioni. Disagi che non sono mancati neanche nella giornata di ieri, lunedì 9 settembre. Un vero e proprio incubo per i pendolari che, nella settimana della ripartenza, tra scuola e lavoro, si sono ritrovati a vivere nuovamente “l’incubo” dei mezzi di trasporto.
A Bari, nella giornata di ieri, i mezzi del trasporto pubblico locale sono rimasti fermi dalle 15.30 alle 23.30 per via dello sciopero. Ma non è solo questa la causa dei disagi, in particolare per i treni, dove, hanno spiegato alcuni “abbiamo avuto i soliti problemi”. Dai mezzi in avaria ai vagoni troppo pieni, sino ai ritardi, per alcuni dei quali non c’erano neanche avvisi ufficiali così da permettere ai pendolari di trovare soluzioni alternative. Il treno Bari-Foggia, ieri, è partito con 20 minuti di ritardo ed è rimasto bloccato per diverso tempo in zona industriale per “un’avaria ad un treno che è stato poi deviato sul binario 1 in attesa di ripartire”, spiegano i pendolari. Alcuni sono anche rimasti a Bari centrale fermi per oltre due ore. “Per il ritardo – ha spiegato un pendolare – la gente nelle varie stazioni è aumentata e come sempre siamo saliti su pochi vagoni, ma eravamo così tanti da stare strettissimi”. Si tratta di problematiche ormai note che preoccupano i pendolari per i quali si preannuncia un “inverno da incubo”.
“Possibile che nessuno risponde dei disagi che ormai sono diventati quotidiani? – racconta una pendolare – siamo trattati senza rispetto, è una vergogna. Ogni anno, ogni mese, la stessa storia. Sempre, in qualsiasi stagione. Se in estate l’utenza diminuisce in inverno, con la scuola e il lavoro a pieno regime i disagi aumentano. Non se ne può più, si trovi una soluzione. Ci chiedono di non prendere l’auto, ma alla fine ci costringono a sceglierla per evitare di arrivare tardi a destinazione”, conclude.
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