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Mercati in crisi in Puglia, in 10 anni chiuse 22mila imprese

L'allarme d Confesercenti

Pubblicato da: redazione | Ven, 6 Settembre 2024 - 14:25

In 10 anni sono sparite oltre 22mila imprese del commercio su aree pubbliche in Puglia: monta la preoccupazione degli ambulanti per le nuove direttive del governo.  “I concessionari delle aree commerciali pubbliche sono in rivolta perché – secondo indiscrezioni di stampa – il Governo si appresta a varare sulle concessioni del commercio su area pubblica un intervento oltremodo preoccupante e riduttivo al fine di tacitare l’Europa”, commenta Salvatore Sanghez, presidente Anva Confesercenti Puglia, il quale aggiunge che “in 10 anni sono sparite oltre 22mila imprese del commercio su aree pubbliche. Una debacle della quale informeremo l’assessore al ramo della Regione Puglia per arginare il fenomeno”.

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Dopo 14 anni dalla direttiva Bolkestein, tra norme di varia natura che affondano e riemergono tra disperati tentativi di trovare finalmente terreno stabile, il Governo sembra apprestarsi – senza che se ne comprenda la ratio – ad adottare disposizioni che disconoscono, di fatto, i diritti acquisiti dagli operatori.

‘Ma l’Europa chiede davvero questo?’, si interroga Sanghez. Gran parte delle concessioni dei mercati ambulanti, grazie ai provvedimenti adottati da Regioni e Comuni, scadono tra il 2029 e il 2032. Tuttavia, da quanto trapela, si vorrebbe negare tale diritto riducendo la durata delle concessioni legittimamente rinnovate e sopprimendo le norme della legge sulla concorrenza del 2022, che avrebbero consentito il completamento dei rinnovi in vista di una revisione delle regole per il rilascio delle concessioni sulla base di nuove linee guida. Un obbrobrio giuridico! Se si considera che parliamo di mercati in cui non vi è un impedimento ad operare per chi non è già concessionario, dato lo stato di crisi del settore, e la conseguente disponibilità di posteggi – continua la nota di Confesercenti –  Esclusi i mercati rionali giornalieri, l’occupazione del suolo da parte dei ‘commercianti ambulanti’ è inoltre limitata a poche ore alla settimana”.

“Ha senso mettere a bando migliaia di concessioni che di fatto hanno un valore commerciale pressoché nullo e non creano certamente privilegi?”, continua il presidente Sanghez, il quale aggiunge: “Si rischia di attivare procedure burocratiche che, dopo l’approvazione dell’ultima legge annuale sul mercato e la concorrenza, speravamo di poter evitare. Purtroppo, il caso del rinnovo delle concessioni degli ambulanti ha ingenerato in qualche zelante euroburocrate – sorretto dalla totale ignoranza dei decisori politici, in totale condizione di miopia sullo stato del comparto, la percezione dei concessionari come dei veri e propri privilegiati che godrebbero inopinatamente di un bene che in realtà è utilizzato solo per poche ore settimanali fornendo un prezioso servizio ai cittadini, nel rispetto delle regole. Non è così: si tratta di un comparto già in grave difficoltà, anche e soprattutto a causa di questi tre lustri di incertezza che hanno fatto crollare gli investimenti. Una difficoltà certificata dall’emorragia di imprese: tra il 2014 ed il 2024 ne sono sparite, senza essere sostituite, 22.315”.

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