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Fratellini di Gravina, Procura dice no a riapertura indagini

Respinta l'istanza della madre e della sorella di Ciccio e Tore

Pubblicato da: redazione | Sab, 7 Settembre 2024 - 13:15

La Procura di Bari ha respinto la richiesta di riapertura delle indagini per il caso della morte di Salvatore e Francesco Pappalardi, Ciccio e Tore, i fratellini di Gravina in Puglia (Bari) scomparsi il 5 giugno 2006 e trovati in una cisterna del rudere chiamato ‘casa delle cento stanze’ nel febbraio 2008. Nel provvedimento, firmato dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis, l’istanza di riapertura è stata respinta “non ricorrendone i presupposti”. “Non solo” si legge “difettano le nuove fonti di prova o i nuovi elementi probatori”, ma “difettano le esigenze delle nuove investigazioni anche nel senso della rivalutazione delle indagini espletate”.

L’istanza di riapertura delle indagini fu presentata lo scorso 29 marzo dalla madre, Rosa Carlucci, e dalla sorella dei bambini, Filomena, assistite dall’avvocato Giovanni Ladisi e dal consulente Rocco Silletti. La famiglia aveva chiesto alla Procura di rivalutare l’orario della caduta nella cisterna (per loro attorno alle 23.30, per gli inquirenti qualche ora prima) e alcune testimonianze contraddittorie, oltre a far luce sulla presenza di un farmaco tranquillante trovato nelle vicinanze dei due corpi.
Dopo quasi un anno e mezzo dalla scomparsa dei fratellini, il 27 novembre 2007 fu arrestato il loro papà Filippo Pappalardi, con le accuse di duplice omicidio e occultamento di cadavere. Si trattò però di un errore giudiziario: l’uomo fu scarcerato dopo 5 mesi e la sua posizione fu archiviata.
Il ritrovamento dei due cadaveri fu possibile perché, il 25 febbraio 2008, un dodicenne cadde nello stesso punto del rudere mentre giocava con gli amici. Furono loro a chiamare i soccorsi, permettendo così il salvataggio del giovane e il ritrovamento dei corpi dei fratellini.

In passato sono state già avviate nuove indagini sulla vicenda, ma si sono concluse con l’archiviazione confermata dalla Cassazione. Sempre in Cassazione, ma in sede civile, pende una richiesta di risarcimento danni nei confronti del Comune di Gravina e della società proprietaria del rudere, avanzata da Rosa Carlucci e Filomena Pappalardi. La richiesta è stata respinta sia dal tribunale che dalla corte d’appello di Bari.

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