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Caputo: “Avrei voluto essere bandiera del Bari. Circa un ritorno…”

L'ex attaccante del Bari ha analizzato il momento dei biancorossi e svelato i retroscena di calciomercato che l'hanno riguardato

Pubblicato da: Nicola Lucarelli | Mer, 4 Settembre 2024 - 17:48

Con il campionato di serie B fermo per gli impegni delle nazionali, in casa Bari si cercherà di sfruttare la sosta per amalgamare meglio la nuova rosa costruita da Magalini per ‘raddrizzare’ un campionato che, dal punto di vista dei risultati, è stato parecchio deficitario per la compagine biancorossa.

Per affrontare i vari temi di questo inizio torneo e per fare un piacevole tuffo nel passato biancorosso, ci siamo rivolti ad un grande ex,  vale a dire Ciccio Caputo che si è concesso a un’intervista in esclusiva ai microfoni di Borderline24.com.

Francesco Caputo, 244 gol in carriera con diversi campionati di A alle spalle, attualmente svincolato. Come se lo spiega?

“È stata una mia scelta che avevo maturato da tempo. Il matrimonio con l’Empoli non poteva più proseguire e, in accordo con il club toscano, si è giunti alla risoluzione del contratto”.

Lei è nativo di Altamura e, nelle ultime ore di calciomercato, sarebbe potuto finire proprio nel club della sua città natale. Come sono andate le cose?

“Ho grande rispetto per la società dell’Altamura anche perché conosco il presidente oltre ai dirigenti: il direttore sportivo Andrea Grammatica è un mio grandissimo amico. C’è stato un contatto diretto col mister ma, al momento, non è una strada percorribile”.

Ci sono possibilità concrete per poter tornare in pista?

“Ho fatto tutto il ritiro con l’Empoli e mi sono allenato benissimo: sul piano fisico sto meglio ora che qualche anno fa. Ho avuto tante richieste, tra queste quella del Frosinone di Guido Angelozzi che mi conosce bene. Anzi, colgo l’occasione per ringraziare sia lui che Piero Doronzo perchè hanno provato in tutti modi a portarmi nella città laziale. Purtroppo ho dovuto rinunciare per motivi familiari: con la mia famiglia vivo ad Empoli e giocare a Frosinone avrebbe costituito un problema vista la distanza. Ma sono stato contattato anche dal Sassuolo, dall’Arezzo, dal Catania e dalla Virtus Entella. Tutti hanno aperto le porte delle loro società al sottoscritto  e sono stati anche molto disponibili e comprensivi”.

Quale progetto le piacerebbe sposare? Scenderebbe nelle categorie inferiori?

“In questo momento faccio fatica a rispondere perché mi sono preso del tempo per riflettere insieme alla mia famiglia. Dopo quello che è accaduto a mia figlia lo scorso anno (problemi di salute ndr), preferisco mettere la mia famiglia davanti a tutto. Ma la mia voglia di continuare a giocare è rimasta intatta: cerco una società che creda fortemente in me, a prescindere dalla categoria”.

Ma negli ultimi giorni di calciomercato si è anche parlato di un interesse del Bari. Cosa c’è stato di vero?

“Non abbiamo avuto nessun contatto con il Bari e smentisco in maniera categorica quanto riportato da alcuni organi di stampa circa un mia candidatura a vestire nuovamente la maglia  biancorossa. Con tutto il rispetto per la società del Bari e per i suoi tifosi, non sono il tipo che fa queste cose. Mi dispiace per le conseguenze che questa notizia ha generato, ma ne il sottoscritto nè il mio agente ha mai sentito qualcuno del Bari calcio”.

 E se dovesse arrivare una chiamata da Bari? Tornerebbe?

“Se dovesse arrivare una chiamata del Bari, la prenderei in considerazione così come ho fatto con gli altri club che mi hanno cercato. Ma questo non vuol dire che scelga di tornare, perché ci sarebbero tanti aspetti da valutare. Ma una cosa è certa: la mia famiglia vive ad Empoli ed è molto difficile che io possa allontanarmi molto dalla Toscana. Ma nel calcio mai dire mai”.

Il suo rapporto con Bari e il Bari è stato abbastanza particolare. Soprattutto l’epilogo non è stato dei migliori…

“Quando ho iniziato a giocare nel Bari, avevo un grande desiderio:  disputare tutta la mia carriera con la maglia biancorossa. Il mio sogno era quello di una  ‘carriera a vita’ nel Bari come ha fatto Totti nella Roma. Poi, per le varie vicissitudini che hanno colpito la società biancorossa come cessioni e fallimenti, non mi hanno permesso di realizzare questo sogno”.

Cosa le ha fatto più male dell’ultimo periodo a Bari?

“Tante cose mi hanno fatto male. Ovviamente non prendo neanche in considerazione le polemiche nate sui social, ma solo quelle accadute sul rettangolo verde. Nell’ultimo periodo a Bari, quando entravo in campo, venivo fischiato e l’aria si era fatta decisamente pesante. Poi venne fuori la voce di un mio rifiuto a giocare il derby contro il Foggia, tutte cose non vere che hanno contribuito ad alimentare un clima ostile nei miei confronti. Quindi, a malincuore, decisi di  lasciare Bari per pensare solo alla mia carriera”.

Ultima stagione ad Empoli in A. Nel club toscano ha giocato con Elia Caprile. È davvero un predestinato?

“Con lui si è creato un grande rapporto di amicizia e stima reciproca. Ha un potenziale enorme e ha solo bisogno di giocare per dimostrare il suo valore e acquisire fiducia in se stesso”.

Volgendo lo sguardo alla sua carriera, si può dire che la convocazione in nazionale sia stato il punto più alto?

“Credo proprio di sì. Arrivare ad indossare la maglia azzurra è il sogno di ogni calciatore, soprattutto per chi ha fatto la gavetta come me. Peccato per il problema alla schiena che mi precluse la possibilità di giocare gli Europei, visto che ero nei pre- convocati azzurri. Ma il mister Mancini lo ringrazierò a vita per l’opportunità che mi ha dato”.

Nell’ultimo turno di campionato si sono affrontate due sue ex squadre, Sampdoria e Bari. Come ha trovato le due compagini?

“Ho visto la partita: il Bari poteva vincerla, soprattutto vista l’inferiorità numerica della Samp. Ma un punto fuori casa non è mai da buttare. Sono due squadre molto diverse, soprattutto sul piano del gioco e delle individualità. Ma parliamo di due grandi piazze che meritano bel altri palcoscenici. Spero che l’ambiente barese resti compatto e non abbandoni la squadra: il tifo a Bari ti trasmette tanto ma, tante volte, ti toglie anche tanto. La squadra c’è e hanno preso anche un ottimo allenatore: sono certo che alla lunga ne verranno fuori”.

In questo Bari c’è anche Giacomo Manzari con lei a Sassuolo. Potrebbe essere la rivelazione del campionato?

“Giacomo si allenava ogni tanto con la prima squadra del Sassuolo. Ha molta qualità, ma spesso gli ripetevo che doveva tirare fuori più cattiveria e determinazione. Un po’ di sana “ignoranza” barese come solo noi del Sud sappiamo fare”.

Che ne pensa degli attaccanti del Bari?

“Con Lasagna ho giocato in nazionale: in serie B può fare la differenza vista la sua rapidità. Novakovich è una punta strutturata che darà il suo contributo anche in zona gol. Favilli ha giocato poco negli ultimi anni anche per i tanti infortuni, ma ha un grosso potenziale: di lui mi hanno sempre parlato bene”.

Tornando a lei, 141 presenze e 47 gol con la maglia del Bari. La partita memorabile e il gol più importante?

“Come potrei dimenticare la tripletta contro il Grosseto al mio esordio nel Bari di Conte? È il primo ricordo che mi viene in mente quando mi chiedono del Bari. Il secondo gol che realizzai in quella gara è tra i più belli che ho segnato con i galletti”.

A Bari c’è un clima di contestazione verso la proprietà dei De Laurentiis, che idea si è fatto?

“Posso solo dire che mi dispiace: i De Laurentiis non sono gli ultimi arrivati. Non so cosa accade all’interno della società, ma Bari è una piazza importante che meriterebbe di vivere il calcio in maniera più serena. Il mio più grande dispiacere è non vedere nessuno avvicinarsi al Bari per fare calcio in maniera seria e ambiziosa”.

 

Foto Empoli FC

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