Una grande festa d’arte offerta gratuitamente alla città: è la terza edizione della mostra da balcone intitolata “Il mattino ha Lory in bocca”, ideata nel 2022 e curata anno dopo anno da Francesco Paolo Del Re. Dal 28 agosto al 1 settembre la collettiva, che per il 2024 vede le opere di ben 43 artisti stagliarsi contro il cielo di Bari, anima il popolare quartiere di Madonnella all’angolo tra via Dalmazia e via Spalato.
Realizzata con il supporto organizzativo di Loredana Savino e Matteo De Napoli che su via Dalmazia abitano e sono collezionisti d’arte, la mostra si inaugura mercoledì 28 agosto a partire dalle ore 19 ed è visitabile liberamente da chiunque passi per strada, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Gli artisti invitati sono Natascia Abbattista, Mariantonietta Bagliato, Michele Bellini, Ado Brandimarte, Angela Capotorto, Pierluca Cetera, Guido Corazziari, Daniela Corbascio, Giulia Cotterli, Dario D’Introno, Valentina De Florio, Cristiano De Gaetano con Giordano De Gaetano, Sabino de Nichilo, Stefania Fabrizi, Elisa Filomena, Francesco Paolo Gassi, Simona Anna Gentile, Carlos Hevia Riera, Ferencz Kilian, Biagio Lieti, Ivana Pia Lorusso, Angela Marzullo, Pierpaolo Miccolis, Antonio Milano, Ezia Mitolo, Dario Nanì, ‘Ndrame (Annarita Gaudiomonte), Alessandro Passaro, Pippo Patruno, Stefania Pellegrini, Patrizia Piarulli, Maurizio Pometti, Fabrizio Riccardi, Michela Rondinone, Giuseppe Rossetti, Ester Santovito, Marco Saracino, Elisabetta Sbiroli, Danilo Sciorilli, Davide Serpetti, Donato Trovato, Claudio Zorzi.
Oltre all’esposizione di dipinti, fotografie, opere tessili, sculture, installazioni e interventi effimeri, la vera grande novità dell’edizione 2024 rispetto agli anni scorsi è un calendario di performance ed eventi che animeranno ogni sera l’incrocio, trasformando la mostra in un’occasione di festa permanente che possa aggregare l’intera comunità.
Si parte nel tardo pomeriggio di lunedì 26 agosto con un’anteprima: alle 19:30 si tiene la cerimonia di consacrazione di un’opera di Antonio Milano, intitolata “La cura”, nella forma di un’edicola votiva che resterà – nelle intenzioni dell’artista – sulla strada per un anno.
Gli eventi entrano nel vivo la sera di mercoledì 28 agosto, cioè quando la mostra viene inaugurata. Alle ore 20:30 c’è la performance “Capriccio” di Sabino de Nichilo, che vede come protagonista l’attore Francesco Malizia, e alle 21:30 la perfomance “Pss…” di Ivana Pia Lorusso, che coinvolgerà i passanti, in collaborazione con la collettiva transfemminista queer Zamp3 Mostruos3.
La sera di giovedì 29 agosto l’incrocio tra via Dalmazia e via Spalato è il teatro – alle ore 20:30 – di “Di bocca in bocca. Esperimenti in punta di parola”, intervento poetico di Poesia in Azione con Silvana Kuhtz, Biagio Lieti, Enrica Montrone e Marcella Signorile poi alle 21:30 della performance “Miracolo” di ‘Ndrame (Annarita Gaudiomonte), per voce e suoni.
La sera di venerdì 30 agosto, a partire dalle ore 20:30, è il momento della stampa serigrafica di comunità di Mario Nardulli, impegnato in un’azione di arte partecipativa che prevede l’intervento attivo del pubblico.
La sera di sabato 31 agosto alle 21 Elisabetta Sbiroli dà vita alla performance “Oracolo d’estate”, ispirata all’omonimo poema di Audre Lorde, con la musica di Aurora Lacirignola e il sound di Massimo Bonuccelli.
Gran finale domenica 1 settembre alle ore 20:30 con la performance “Sad Party” di Natascia Abbattista. Anche in questo caso il coinvolgimento diretto del pubblico è assicurato, in una danza di strada piena di sorprese.
Visto il successo crescente che ha accompagnato lo svolgimento delle prime due edizioni della mostra, nel 2024 il progetto curatoriale si amplia ulteriormente e prevede una sempre più consistente partecipazione di artisti che, ciascuno con linguaggi e poetiche differenti, immaginano interventi site specific sospesi sui balconi e allestiti all’aria aperta.
Racconta il curatore Francesco Paolo Del Re: «Nata nel 2022 per gioco, come una festa tra amici, la mostra sui balconi ha avuto una risposta straordinaria da parte del pubblico. Parlando con la gente, abbiamo capito di avere risposto a un bisogno concreto. Per questo, abbiamo deciso di rilanciare, prendendoci sempre più spazio, invitando gli artisti a pensare più in grande, coinvolgendo direttamente tutti gli abitanti di questo lembo di città, che hanno aderito con entusiasmo e grande generosità. Sono infatti gli stessi abitanti del quartiere a offrire i loro balconi per ospitare la mostra. Tutti vogliono partecipare, tutti voglio contribuire, perché questa iniziativa artistica li include e li abbraccia in un momento di grande festa. È una festa dove le opere degli artisti sono un pretesto per guardare con occhi nuovi e sognanti lo spazio urbano. La normalità si sovverte e un banale incrocio di strade, percorso milioni di volte soprappensiero, diventa un luogo speciale, tutto da scoprire e da scrutare con attenzione, dove tutto può accadere. L’arte libera desideri e aggrega il senso di una comunità, che ha bisogno di incontrarsi e di immergersi in un sogno condiviso, senza barriere. “Il mattino ha Lory in bocca” è sempre più un grande esperimento di arte pubblica che affranca l’arte dal display museale e dalle grammatiche espositive tradizionali, immergendola nella vita delle persone, che si trovano a fruirla gioiosamente e liberamente con il naso all’insù».
Prosegue Francesco Paolo Del Re: «Secondo un modo di dire popolare, se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari. E il quartiere Madonnella sarebbe la nostra Montmartre o la nostra Chelsea: un pezzo di città vivace e multietnico, crocevia di incontri e scambi tra gli artisti e le altre comunità che lo popolano. Un luogo dove c’è una grande energia e un grande potenziale inespresso. Per immaginare questa mostra insolita e senza barriere, siamo partiti da una riflessione sullo spazio che ci ospita, sul quartiere e sul suo bisogno di bellezza e di cultura. I quattro angoli di strada, che abbiamo scelto di ‘occupare’ pacificamente e festosamente con l’arte, sono proprio a ridosso della Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto” e a due passi dalla casa natale di Pino Pascali. Noi stiamo in mezzo, inebriati dal profumo del mare e dalla calura di fine agosto, con i piedi per terra e il naso per aria, sognatori di un altrove sempre troppo lontano. Anziché cercare nelle bacchette magiche altrui la risposta alle nostre domande, ci prendiamo gli spazi che sono già nostri, cercando di trasformare i limiti in opportunità. A una cronica mancanza di luoghi e di progettualità culturali, abbiamo deciso di rispondere a modo nostro, pensando a un’arte che – se ha pochi luoghi in cui ritrovarsi – ha però balconi e vuole rompere barriere, superare limiti. Sui balconi abbiamo deciso di abitare con una festa artistica temporanea e irriverente. L’arte esce dagli spazi tradizionalmente deputati alla sua esposizione e alla sua fruizione e si conquista un’insolita ribalta urbana, un palcoscenico cittadino tutto da inventare, per misurarsi con la realtà e interromperla con i suoi segni, introducendo una discontinuità chiassosa ed eccentrica nello scenario consueto delle passeggiate del quartiere. Fuori dalla metafora, l’arte va così a occupare letteralmente lo spazio indicato dall’espressione stare fuori come un balcone, che adoperiamo per indicare un comportamento bizzarro e insolito. Artisti che stanno fuori come un balcone scelgono di esporre le loro opere su uno spazio di confine tra il dentro e il fuori, tra la privatezza della casa e il suolo pubblico, tra il non mostrato e il visibile, tra il pieno e il vuoto. Un’arte liminale, di confine, che – mostrata sulla facciata di un palazzo – è rinfacciata e sfacciata. È questo il nostro inno alla scanzonatezza e all’impermanenza luminosa dell’estate».