Sono stati 289 gli omicidi stradali compiuti in Italia da conducenti privi di patente nel 2023, contro i 332 dell’anno precedente; in aumento i feriti, che passano dai 7.568 del 2022 ai 7.732 dello scorso anno, secondo i dati elaborati sulla base del rapporto annuale dell’Istat e forniti dall’Asaps, l’Associazione sostenitori della Polizia stradale, dopo il grave incidente di ieri a Giugliano (Napoli), dove è morta una bambina di 8 anni che viaggiava a bordo di una Smart guidata da un conducente senza patente. In Italia dal 2013 al 2023 sono stati 3.256 i conducenti “spatentati” che hanno provocato la morte di una persona e ben 60.783 quelli che hanno provocato lesioni. E se si prende a confronto l’anno 2019, prima del Covid, con 249 spatentati protagonisti di omicidio stradale e 5.378 autisti che hanno causato feriti, i dati sono in netto peggioramento.
Provocare la morte o lesioni gravi in incidenti stradali, da parte di conducenti privi di patente, perchè mai conseguita, ritirata per revoca o sospesa, comporta un’aggravante ai reati di omicidio e lesioni stradali, fino ad un massimo di 18 anni di reclusione nei casi più gravi, ricorda il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni. La guida senza patente, pur se aggravante per i reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali, è stata depenalizzata dal legislatore dal febbraio 2016, con la sanzione amministrativa di 5.100 euro (3.570 euro con pagamento entro cinque giorni), e rimane reato solo in caso di recidiva nel biennio. Ma “con molte difficoltà di attuazione – sottolinea Biserni – per l’assenza di una banca-dati nazionale delle sanzioni amministrative tra le forze di polizia dello Stato e le polizie locali, e per l’impossibilità di queste ultime di accedere alla banca-dati del ministero dell’Interno”.