Poco verde, colori “tipici delle zone sportive” e perdita d’identità storica del luogo. È così, in sintesi, che un cittadino residente a Santo Spirito, nel Municipio 5, descrive il nuovo volto che traspare dai lavori recentemente effettuati nella zona del lungomare dove, prosegue il restyling che cambierà completamente volto al borgo in cui, già in passato, non erano mancate le polemiche sia per il progetto, sia per il caos relativo alla viabilità sia per i lavori in corso, sia per le soluzioni attuate in fase progettuale che secondo alcuni “rendono invivibile la zona”. La riflessione è stata pubblicata in un lungo post sui social.
“Voglio scrivere questo post non come una polemica – spiega – perché quelle sono sempre poco costruttive, ma solo per evidenziare e dar voce ad alcune riflessioni. Parto dal presupposto che amo la mia Santo Spirito, al punto da creare anni fa un’associazione di volontari con i quali si cerca costantemente di dare dignità ai luoghi. Stanno rifacendo il nuovo lungomare, e l’innovazione, soprattutto se volta a un percorso più green, come le ciclabili, aree verdi (spero sempre più), zone pedonali etc, ci sta alla grande. Ma la pavimentazione. Noi proveniamo da un antico borgo di pescatori, dove tutti ci si conosceva, e non abbiamo mai avuto un vero e proprio centro storico, quindi mi domando, perché non averla realizzata con chianche in pietra bianca, tipiche delle zone storiche di ogni paese che si rispetti, anziché quei mattoncini multicolore, che tutto fanno sembrare, tranne che la parte antica di un borgo marinaro? Perdiamo identità”, ha evidenziato.
“Il tanto decantato verde – ha aggiunto – è stato rappresentato da una manciata di tamerici disposti uno ogni 50 metri, ed io invece speravo in aree verdi folte lungo tutti i 500 metri in rifacimento. La tanto agognata pedonalizzazione del posto (500 metri di costa) non avverrà mai completamente perché continueranno a transitare auto, ed altre occuperanno selvaggiamente le aree di sosta dedicate al solo carico e scarico merci (chiaramente senza alcun controllo). Fondamentalmente non avremo risolto nulla”, prosegue soffermandosi poi sulla scelta dei colori. “Un mix di colori (chiamasi accozzaglia, magari idonei in un centro sportivo) che finiranno per contribuire a far perdere l’identità a questo luogo magico, una volta conosciuto come marina di Santo Spirito – ha detto infine – ed io, che l’ho vissuta solo per 48 anni (ad oggi) comprendo i tanti messaggi di lamentela di chi è più grande di me, che ha avuto la fortuna di vivere questo meraviglioso borgo in anni decisamente più genuini, e che ora non riconosce più, assistendo impotente allo sfacelo! Abbattono ville storiche (calpestando o aggirando magari regole edilizie) per fare posto a piccole e moderne palazzine. Di questo passo credo che la poesia di Santo Spirito, tra venti anni finirà in un moderno dormitorio, comodo, alle porte di Bari e dell’aeroporto. Questo sta accadendo…! E a me non piace affatto”, ha concluso. Parole a cui fanno eco quelle di un’altra cittadina, 60enne.
“Della memoria dei nostri paesi resterà ben poco – racconta – oggi è toccato a Santo Spirito, domani toccherà a Palese. Stanno facendo tutto uguale, senza valorizzare il cuore dei luoghi. Mi fa una tristezza immensa. È tutto brutto, cupo e senza identità. Certe cose dovrebbero essere valorizzate, invece pensano che modernizzare progettando tutto allo stesso modo è cosa buona e giusta. Non vogliamo essere presi per “vecchi” che non vogliono guardare avanti. Semplicemente alcune cose sono già belle, basta valorizzarle, non rifarle da capo e peggio. Tra Palese e Santo Spirito è uno scempio, si costruisce tanto. A Santo Spirito è toccato al lungomare, mentre a Palese hanno permesso di buttare giù luoghi storici. Noi così siamo e resteremo per sempre solo la costola di Bari città. E non è proprio bello perché siamo ben altro”, ha concluso.
“Ero In bicicletta con mia moglie e nostro figlio, abbiamo fatto un giro a S. Spirito sul lungomare – ha raccontato un altro cittadino – esperienza a dir poco disastrosa. Una situazione che non è presente neanche nei paesi più incivili e selvaggi del mondo.
Auto tipo giungla parcheggiate ovunque, pista ciclabile light ormai inesistente, pezzi di pista ciclabile nuova impraticabili (perché fanno schifo), forze dell’ordine inesistenti, tavolini delle attività commerciali posizionati ad occupare tutta la parte pedonale e ciclabile! Nelle zone dove è già stata realizzata la nuova pavimentazione, in più punti questa è già tutta crollata, da demolire e rifare. Mi rivolgo a chi nel nostro territorio rappresenta le istituzioni, perché so che leggete, e alle istituzioni tutte, non siete degni neanche di ricevere un saluto dalla gente del posto. Avete distrutto un borgo che così com’era, era bello. Quanto state mangiando su questi lavori pietosi che state facendo? La procura dovrebbe indagare. La ditta esecutrice va fermata, cacciata e bisogna chiedere i danni”, ha concluso.