Braccio di ferro sui dazi in Cina di molti prodotti che rappresentano l’eccellenza del made in Italy: dal grana al pecorino romano, dalla fontina alla mozzarella di bufala, passando per il gorgonzola, l’export verso la Cina del comparto ‘latte e derivati’ è in forte crescita da un valore che nel 2023 era poco superiore agli 80 milioni.
Il gigante asiatico ha ribadito l’avvio di un’indagine sulle sovvenzioni che gravano sull’import di prodotti lattiero-caseari dall’Unione europea, affermando che è stata l’industria del Dragone a chiedere un intervento. L’offensiva di Pechino, in particolare, punta a scoprire se i sussidi forniti da 20 Stati europei (tra cui l’Italia) sono conformi alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio. A Bruxelles non hanno dubbi: è una chiara ritorsione per i dazi sulle auto elettriche cinesi: “Faremo di tutto per difendere il settore agricolo europeo”, il monito che arriva dalla Commissione Ue, dove assicurano che i sussidi in questione in Europa sono perfettamente il linea con le regole internazionali e del Wto.
A Pechino, però, non la pensano così, e lo spettro di una stangata sull’export di formaggi e latticini verso la Cina incombe non solo sul nostro Paese, ma in particolare anche su Austria, Belgio e Irlanda. Il ministro delle imprese, Adolfo Urso, prova a stemperare le tensioni: “In merito alle misure di ritorsione commerciale che la Cina ha annunciato sui formaggi europei, in reazione alle misure della Commissione europea – ha detto dal meeting di Rimini – credo che vi sia ancora il tempo, nelle prossime settimane, per lavorare insieme a una soluzione negoziale che punti a una condivisione di quelle misure che servono a ripristinare condizioni di concorrenza leale dove fossero accertati i casi di violazione secondo le norme del Wto”. “Perché il mercato deve essere libero ma equo – ha aggiunto il ministro – e l’equità si basa su condizioni di parità”.
Intanto a lanciare l’allarme è non solo la Coldiretti, ma anche il Consorzio di Tutela del Grana Padano, quello della mozzarella di bufala Dop e quello del pecorino romano. “La guerra commerciale sulle auto elettriche tra Ue e Cina – avverte Coldiretti – mette a rischio la crescita dell’export di formaggi made in Italy in Cina, che nei primi cinque mesi del 2024 ha fatto segnare un incremento del 35% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”. L’associazione lamenta come ancora una volta “il cibo italiano diventi merce di scambio nei contenziosi politici ed economici scoppiati su altri settori e che, come accaduto in passato, rischia di avere contraccolpi sull’intero export agroalimentare italiano nel Paese asiatico che vale 590 milioni di euro”.
“Se la Cina metterà dazi sui formaggi provenienti dall’Unione Europea, saremo sicuramente penalizzati”, afferma Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di Tutela del Grana Padano: “Pur non avendo raggiunto livelli di importazione del nostro prodotto in quantità rilevanti – aggiunge – la Cina è comunque un mercato in decisa crescita”. Il responsabile del Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala campana Dop, Pier Maria Saccani, parla di “un brutto segnale” e di “utilizzo strumentale dei formaggi di eccellenza in polemiche che non riguardano il settore”, sottolineando anche lui come la Cina sia “un mercato di enormi potenzialità”. “Come al solito pagano sempre i produttori”, lamenta il presidente del Consorzio per la tutela del Pecorino Romano Dop, Gianni Maoddi, che ricorda come ancora il settore stia pagando l’embargo della Russia: “Tutti se la prendono con l’Europa però poi chi esporta subisce le conseguenze”.
Nel 2023 in Cina le importazioni di latticini dall’Unione Europea valevano 1 miliardo e 700 milioni di euro, pari al 36 per cento del totale. Solo la Nuova Zelanda ha una quota maggiore. L’Italia, con oltre 4.000 tonnellate, si posiziona al sesto posto tra i Paesi esportatori di prodotti lattiero-caseari in Cina, con una quota del 3,3% del formaggio complessivamente importato dal Dragone. Nei primi 4 mesi del 2024, in particolare, l’export italiano lattiero-caseario in Cina è stato pari a 30,5 milioni di euro, con un +20,5%, mentre il totale dell’export agroalimentare italiano è stato pari a 194 milioni con un +26,0%. Ne dà notizia l’Ansa.