Mercoledì 14 agosto, nel cortile del plesso Cirielli dell’istituto comprensivo Falcone- Borsellino, nel quartiere San Paolo di Bari, nell’ambito del “Response Festival”, progetto vincitore dell’avviso pubblico “Le Due Bari 2024” promosso dalla società cooperativa Teatro Stabile delle Arti Medievali, si terrà la prima nazionale della nuova produzione de “L’uomo più crudele” di Gian Maria Cervo. Con la regia di Sarasole Notarbartolo e le interpretazioni di tre under 35 Matteo Bertolotti, Orazio Rotolo Schifone, Renato Bisogni, sul palco accompagnati da Milena Pugliese e Fabio Rossi, questo nuovo allestimento del noto spettacolo vuole celebrare i rapporti tra Bari e le culture del Mediterraneo e dell’Est Europa, alternando elementi di ricostruzione storica a sfide disturbanti e
divertenti.
“Questo lavoro nasce da una misteriosa affinità che mi unisce a Gian Maria Cervo – ha commentato Sarasole Notarbartolo – e cioè la sua capacità, che io amo tanto, di comunicare la profondità con una grande leggerezza e trovare la saggezza nel paradosso e le grandi cose in quelle piccolissime”. “L’uomo più crudele” è la vicenda di Voico Dobrita, un boiardo della Valacchia di 173 anni che nel 1610 incontra il giudice che sta investigando sulla sanguinaria contessa Erzsebet Bathory, una discendente di Vlad Tepes Dracul (il Dracula storico), di cui Voico è stato consigliere e segretario particolare. Ancora una volta Voico deve confrontarsi con i non facili ricordi della sua vita con l’attraente “amico”, boss e manipolatore Vlad Dracul (che appare in scena in una serie di flashback). In cerca della lievità, Voico attraversa i secoli, incontra personaggi che sono immortali quanto lo è lui e finisce a parlare da amico in casa di Virginia Woolf, la nota scrittrice vittoriana che milita per i diritti delle donne e pensa che la storia sia una narrazione riferita da vincitori idioti. “In questo spettacolo – ha aggiunto la regista – il pubblico viene portato in una direzione ma, al tempo stesso, non è mai rassicurato perché all’improvviso si cambiano le epoche, si cambia lo stile, si cambia direzione, passando da un momento di delicatezza ad uno di durezza e, dopo ancora, ad uno di ilarità”. La dimensione di favola e di racconto della trama è sottolineata dai cambi di atmosfere e registro linguistico continuo, con Dracula e la Woolf in un equilibrio sottilissimo tra fake provocatorio e verità estatica. Questa pièce, nella sua precedente versione già rappresentata a Milano, Roma e Vienna, è stata inoltre trasposta in graphic novel dal cartoonist Enrico D’Elia. L’ingresso è libero sino ad esaurimento posti.