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Tumori, in Italia gli screening oncologici sono in crescita

Lo studio

Pubblicato da: redazione | Sab, 10 Agosto 2024 - 18:32

Migliorano i dati degli screening oncologici in Italia anche se risulta ancora lontano l’obiettivo del 90% entro il 2025 richiesto dalle istituzioni europee. Nel 2023 hanno partecipato il 55% della popolazione target al carcinoma mammario, il 34% a quello del colon-retto e il 41% alla cervice uterina, secondo i dati recentemente pubblicati dall’Osservatorio nazionale screening (Ons).

“Sono dati in miglioramento dopo i difficili anni della pandemia durante i quali molti esami di prevenzione oncologica secondaria sono stati interrotti e rinviati. – commenta Francesco Cognetti, Presidente della Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi – Tuttavia, rimangono ancora bassi i tassi d’adesione e soprattutto si registrano grandi differenze a livello regionale”. Lo scorso anno l’adesione allo screening colorettale ha mostrato valori più bassi in Calabria (6%), Sicilia (14%) e Lazio (19%). I più alti sono stati registrati in Veneto (64%), Valle D’Aosta (63%) e Friuli-Venezia Giulia (52%). Nello screening cervicale i tassi di adesione minori si registrano in Sicilia e Molise (22%) e nel Lazio (26%).

I valori più alti sono invece in Friuli-Venezia Giulia (77%), Provincia Autonoma di Trento (67%) ed Emilia-Romagna (63%). Infine, nell’adesione allo screening mammografico le Regioni con i numeri peggiori sono Calabria (16%), Molise (32%), Campania (33%) ma anche Sicilia (34%) e Lazio (41%). Sul podio invece arrivano Provincia di Trento (78%), Veneto (76%) e Umbria (73%). “Alcuni dati di singole Regioni sono francamente inaccettabili e spesso riscontriamo differenze vistose anche tra Asl confinanti – prosegue Cognetti -. Rimangono tuttavia forti le disuguaglianze tra il Nord e il Sud e preoccupano molto i tassi decisamente bassi registrati nel Lazio, la seconda regione italiana. Infatti, per il carcinoma del colon-retto e quello della cervice uterina i dati sono solo rispettivamente del 19% (19/mo posto su 21 tra regioni e provincie autonome) e del 27% (19/mo) come anche per il carcinoma della mammella solo 41% (17/mo posto) e quindi nettamente inferiori alla media nazionale.
Vi è ancora una sottovalutazione generale da parte della popolazione dovuta anche ad una scarsa informazione, vi sono però anche problemi burocratici ed organizzativi che non sempre favoriscono la partecipazione da parte della popolazione target. Le nuove tecnologie, offerte dal web e dalle telecomunicazioni, dovrebbero essere maggiormente sfruttate per coinvolgere i cittadini come già avviene in alcuni territori”. Solo nel 2023 le tre neoplasie hanno fatto registrare in Italia più di 108mila nuovi casi.

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