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Rischio povertà in Puglia, ecco dove si inserisce la mafia

Commemorazione dei due fratelli Luciani uccisi in un agguato mafioso

Pubblicato da: redazione | Ven, 9 Agosto 2024 - 15:51
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Anche a causa dei fenomeni inflazionistici e speculativi, in Puglia il 21% delle famiglie è a rischio povertà tra le quali la criminalità trova terreno fertile per infiltrarsi, con la malavita che approfitta della situazione di difficoltà in cui si trova una fetta crescente di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi alimentari. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione della commemorazione organizzata con l’Associazione Libera e Don Luigi Ciotti dei due imprenditori agricoli soci, i fratelli Luigi e Aurelio Luciani, i due agricoltori rimasti vittime di un agguato mafioso nell’agosto 2017 a San Marco in Lamis, la cui unica colpa fu di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato, mentre lavoravano in campagna.

“Ci stringiamo attorno alle famiglie dei due fratelli Luciani, alle mogli e ai figli che si sono visti strappare senza un perché i loro cari. E’ pressante l’esigenza di sicurezza che avvertiamo quotidianamente nelle campagne, divenute a vario titolo terra di nessuno, dove per i motivi più disparati i campi si trasformano in un far west e gli agricoltori sono vittime inermi e indifese. Per questo serve una stretta ancora più forte sul fronte della prevenzione, dei controlli e della repressione, cambiando la postura e la stessa narrazione di Foggia e dell’intera provincia”, ha detto Mario de Matteo, presidente di Coldiretti Foggia.- Fra i nuovi poveri – precisa la Coldiretti Puglia – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid. Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.

Crescono, infatti, gli interessi delle organizzazioni criminali nel settore del cibo che è divenuto una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. Con la crisi le mafie si appropriano – sottolinea la Coldiretti regionale – di vasti comparti dell’agroalimentare dai campi agli scaffali, dai tavoli dei ristoranti fino ai banchi di bar e pasticcerie, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy. Dai mercati ai supermercati, dai trasporti ai ristoranti – denuncia Coldiretti Puglia – dall’agricoltura all’allevamento, dalla carne alla frutta fino al caffè alle corse dei cavalli, oltre all’utilizzo illecito dei fondi comunitari destinati all’agricoltura come il PSR, il volume d’affari delle agromafie cresce con attività che riguardano l’intera filiera agroalimentare.

In questo modo la malavita si appropria – sottolinea la Coldiretti Puglia – di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti e il valore del marchio Made in Italy. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione – insiste Coldiretti Puglia – con la riforma dei reati in materia agroalimentare perché l’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più pericolose le frodi agroalimentari che per questo vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato con l’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie. La Puglia è una regione a forte vocazione agricola ed è per questo che il business delle agromafie è divenuto particolarmente appetibile. Capitolo a parte merita infatti – conclude Coldiretti Puglia – il  mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio ‘made in Puglia’, a danno dell’imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori.

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