Si chiama “Tipica” ed è la storia di un sogno realizzato (seppur parzialmente). Danilo Innamorato, 31 anni, precario da sempre e con un passato un pò difficile oggi ha la sua opportunità. “Ho lavorato come cameriere a lungo. Poi ho fatto lavori saltuari. Sino a quando un giorno ho visto che stavano allestendo un gazebo per una festa patronale. Ho chiesto informazioni e ho cominciato a lavorare con un gruppo collaudato. Poi ho deciso di mettermi in proprio e ora una squadra tutta mia. Certo mi piacerebbe lavorare sempre con le stesse persone. Ma piano piano ce la farò”.
Difficile arruolare personale: il lavoro è duro. Le sagre sono sparse per tutto il Barese e non solo. Si comincia a lavorare molto presto. Si finisce tardissimo. “E’ un lavoro duro, ma io sono felice perché sono partito dal nulla e lentamente mi sto costruendo la mia credibilità”. Da Danilo si mangia principalmente l’assassina che spopola in tutte le piazze di Bari e provincia. “Inizialmente la mia specialità erano i panini con la salsiccia. Poi mi sono reso conto che serviva qualcosa di più originale e abbiamo iniziato con l’assassina. Effettivamente piace a tutti”.
La strada è ancora lunga perché, come ammette lo stesso Danilo, la crisi c’è e la gente è sempre meno disposta a spendere. Ma di contro le sagre nel provincia di Bari così come nel resto della Puglia continuano ad attirare tante persone. Sono un pò il fulcro della tradizione nostrana. E poi sempre più diffusa la presenza di gazebi o truck food sul territorio e non più solo gestiti da chi ha una lunga tradizione alle spalle. Spesso sono proprio i giovani a decidere “di cambiare vita”. I food truck sono la moda del momento e si moltiplicano le iniziative di festival e fiere. Negli States sono nati come risposta anticrisi agli affitti sempre più cari delle metropoli, e hanno lanciano una nuova leva di chef emergenti, cresciuti facendo panini gourmet o street food di altissimo livello. In Italia si è partiti con gli hamburger ma è ora un fiorire di camioncini che servono cibo di strada, specialità regionali, etniche o pop come la pizza – ma di prima qualità. In molti sognano di cambiare vita, vivere all’aria aperta e lavorare al contatto con la gente, facendo la cosa più divertente del mondo, cucinare. Ma non hanno idea di che cosa significhi davvero, degli investimenti e dei problemi. Un modo quindi per mettere su quattro ruote un sogno troppo caro.
“Sogno – confida Danilo – un truck food tutto mio. Un giorno forse ce la farò…”.