Diego Cioce, 16 anni, e Antonio Vincotto, 17 anni, parteciperanno alla Mondiale di Kick boxing che si terrà a Budapest il prossimo 26 agosto. Non ancora maggiorenni, dunque, per loro questa sarà un’estate di sacrifici: niente ferie tanto per iniziare. E soprattutto nessuno sgarro: è necessario un regime alimentare sano. Ma il sogno da raggiungere ormai è a un passo e vale la pena mettere da parte il divertimento. .Cioce nella categoria- 74 chilogrammi specialità Kick light e Vincotto -94 Kick light, dunque, raggiungeranno Budapest anche grazie a chi in loro crede.
“Come tutti gli sport a livello agonistico anche nelle arti marziali – ha spiegato Giuseppe Scattarella, proprietario della scuola di arti marziali di Noicattaro – c’è dietro ogni obiettivo raggiunto c’è una preparazione atletica e tattica. Ci sono tanti sacrifici in primis da parte dei ragazzi e c’è chi, come il loro preparatore atletico Vito Colella, crede in loro. Noi puntiamo molto proprio sui giovani. Tutti gli sport da combattimento offrono una serie di benefici che vanno ben oltre l’attività fisica. Migliorano le abilità motorie e la forma fisica, ma non solo. In realtà, gli studi dimostrano che partecipare a queste attività può portare a un aumento della capacità cardiovascolare e anaerobica, nonché a una maggiore capacità aerobica rispetto a non atleti, calciatori e perfino ginnasti”.
La kick boxing è uno sport da combattimento giapponese, oggi famosa in tutto il mondo. L’arte marziale permette di allenare e migliorare, oltre al proprio corpo, anche la mente, eliminando lo stress. Considerata anche come un’importante disciplina di difesa personale, unisce tecniche di calcio a quelle di pugno, e si divide in varie discipline, a seconda che queste siano combattute su un tatami o su un ring. I kickboxer usano guanti da kickboxing o guantoni da boxe per proteggere mani e polsi durante l’attacco.
Grazie all’intensità degli allenamenti, aiuta a raggiungere una grande consapevolezza personale. Disciplina, conoscenza e consapevolezza sono tre aspetti importanti per approcciarsi a questo sport. “La pratica di sport da combattimento – ha aggiunto Scattarella – fornisce anche un ambiente sicuro per gestire l’ansia, l’aggressività e altre emozioni negative in modo costruttivo. Molti studi descrivono come i partecipanti giovani a diverse discipline di arti marziali sperimentino miglioramenti nel benessere emotivo e una maggiore soddisfazione nella qualità della vita. Contrariamente a quanto si pensa comunemente, le arti marziali non insegnano la violenza. Al contrario, l’istruzione si concentra su rispetto, disciplina, autocontrollo, umiltà e pazienza. I bambini imparano a rispettare se stessi, le loro capacità e gli altri. Ecco perché per noi, lavorare con i giovani è davvero un’esperienza unica. Ora tutti con le dita incrociate per i nostri ragazzi”.