Il caldo record di questi giorni fa morire non solo i pesci di laguna, stagni e laghi, ma anche i granchi blu nelle situazioni più estreme come ad Orbetello. Qui i killer delle vongole, infatti, non riescono a sopravvivere ad un mix di alte temperature delle acque e scarsa ossigenazione.
Granchi blu che a Goro in Emilia Romagna, invece, non avendo più molto da mangiare, hanno fatto razzia delle alghe, contribuendo così a tenere pulite le acque. L’afa di questa estate stravolge i ritmi anche in acqua, rileva Fedagripesca-Confcooperative, nel tracciare per l’ANSA la mappa delle principali criticità per il settore da Nord a Sud.
La situazione è quasi fuori controllo ad Orbetello, in Toscana, dove i pescatori del territorio si trovano a dover fare i conti per l’ottava estate consecutiva con la moria di orate, anguille e altre specie soffocate dal caldo eccessivo di aria e acqua. Qui la parola d’ordine è mettere in atto qualsiasi misura per fronteggiare quella che si annuncia come una drammatica emergenza ambientale, economica e sociale. Come stanno facendo pescatori e Amministrazione comunale, che cercano di salvare il salvabile pescando il prodotto prima che muoia. E poi occupandosi della rimozione delle carcasse dalle acque e del loro smaltimento.
Allerta rossa anche in Sardegna nelle lagune dell’Oristanese, dove è alto il rischio di una strage di pesci. In Puglia, ad aggravare la situazione relativa alla produzione di cozze (a Taranto secondo gli operatori è in pericolo l’80%), oltre alle altissime temperature del mare, il problema come denuncia Fedagripesca è anche quello della mancanza di una filiera di stoccaggio che non permette di prelevare il prodotto e di metterlo in salvo in attesa delle richieste di vendita.
Nelle acque interne in Veneto ed Emilia Romagna, le acque sono caratterizzate da una bassa salinità dovuta alla piena del Po, dopo le nevicate invernali e le abbondanti piogge; solo un anno fa, in queste zone, gli allevatori andavano a pesca di alghe per salvare le vongole da una proliferazione eccessiva che soffocava le lagune. Intanto in mare i pescatori in Emilia Romagna a Porto Garibaldi lamentano di dover consumare più carburante per inseguire i pesci che si spingono più a largo per salvarsi dal caldo sotto costa.
“Non possiamo porre rimedio agli eventi climatici – afferma il vice presidente di Fedagripesca-Confcooperative, Paolo Tiozzo – ma dobbiamo contenere i danni, preservando laghi, lagune e stagni, con interventi di manutenzione periodici. I pescatori troppo spesso si trovano a dover combattere da soli questa battaglia con gesti quotidiani come ripulire le acque dalle alghe prima di iniziare a pescare, ma questo non può più bastare”.