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Trattamento di fine mandato, in Puglia abolita la proposta di legge

Avrebbe portato 35mila euro a ciascun consigliere

Pubblicato da: redazione | Mar, 23 Luglio 2024 - 18:41

Una lunga giornata in Consiglio regionale.  Dopo una pausa e una riunione dell’Ufficio di presidenza, la situazione in Consiglio regionale pugliese sul Trattamento di fine mandato si è sbloccata: con il voto segreto è stato approvato, con 21 voti a favore e 5 contrari, tra le proteste del centrodestra, un emendamento soppressivo che cancella l’articolo 1 della proposta di legge per reintrodurre il Tfm. In questo modo è decaduta l’intera proposta di legge che mirava alla reintroduzione del Trattamento di fine mandato (Tfm), un assegno di circa 35mila euro per ogni consigliere, abolito nel 2013.

Cosa è accaduto – Il consigliere regionale pugliese di Forza Italia, Napoleone Cera, ha chiesto a inizio dei lavori in Aula l’anticipazione della discussione della reintroduzione del Trattamento di fine mandato (Tfm), un assegno di circa 35mila euro per ogni consigliere, abolito nel 2013, e con voto segreto il Consiglio ha approvato l’anticipazione. Quindi il Tfm, accompagnato da accese polemiche e che era il 13esimo punto all’ordine del giorno e non sarebbe stato discusso oggi, verrà votato subito. In Aula si è aperto un dibattito, con il consigliere Tutolo che ha etichettato come una “vergogna” il voto segreto sull’anticipazione.

Il gruppo regionale di Fratelli d’Italia, per bocca del suo capogruppo Renato Perrini, ha annunciato che lascerà il Consiglio regionale e quindi non parteciperà al voto segreto per il ripristino del Trattamento di fine mandato, mentre nel caso di voto palese annuncia il voto contrario. La seduta del Consiglio regionale pugliese è stata sospesa e aggiornata dopo un’ora per mancanza del numero legale, registrato durante la votazione di un emendamento, a firma del consigliere Tutolo, al primo articolo della proposta di legge sulla reintroduzione del trattamento di fine mandato dei consiglieri regionali. L’emendamento conteneva la sostituzione della decorrenza della data, dal primo gennaio 2013 al primo gennaio 2020, dalla quale riconoscere l’assegno di fine mandato.

Le dichiarazioni di Emiliano – “Nel congratularmi con la minoranza per come ci ha messo spalle al muro, adesso io chiedo alla maggioranza di comprendere cos’è la politica, che cos’è la gestione dell’Aula, qual è l’ordine delle priorità e qual è la nostra responsabilità di fronte alla gente, che è quella di far passare la norma che consenta agli italiani di pronunciarsi sul Dl Calderoli, non quella di pensare alle lesioni legittime del patrimonio dei singoli consiglieri, che per gli italiani è l’ultimo dei pensieri. E siccome noi qua stiamo lavorando per gli italiani e per i pugliesi, se una cosa a loro non interessa e non l’abbiamo spiegata, questa decisione non può essere ripristinata da noi stessi solo perché è un’ingiustizia. Il centrosinistra è caduto nella “trappola politica” del centrodestra: oggi al primo punto c’era la richiesta di referendum abrogativo dell’autonomia differenziata, ma il centrodestra, chiedendo il voto segreto, è riuscito ad anticipare al primo punto il Tfm. Adesso, il voto sulla reintroduzione del trattamento di fine mandato dovrà avvenire con voto segreto, come chiesto dal centrodestra che ha annunciato che però uscirà dall’Aula, lasciando la patata bollente alla maggioranza. Il rischio, però, è che con il voto segreto il Tfm possa essere approvato. Per questo motivo Emiliano chiede al centrodestra di rinunciare al voto segreto, diversamente anche il centrosinistra sarà costretto a uscire dall’Aula per evitare i franchi tiratori. A quel punto, però, la sessione di lavoro verrebbe rinviata e non si potrebbe procedere con il voto sul referendum abrogativo dell’autonomia. “C’è un conflitto di interessi, su questo punto, parlo dal punto di vista politico, non dal punto di vista giuridico, che ci impedisce di votare il ripristino del Tfm. Questa cosa adesso è chiara a tutti, e io ovviamente non posso che dire che se non viene revocata la richiesta di voto segreto che consentirà ai pugliesi di stabilire con chiarezza chi è a favore e chi è contro, è chiaro che si esce dall’Aula, per forza, perché non possiamo correre il rischio di votare una norma che nessuno, che la maggioranza del Consiglio sicuramente non vuole”. “E’ mio compito – ha aggiunto – chiedendovi di revocare la richiesta di voto segreto, di evitare che la seduta vada a vuoto. Altrimenti noi usciamo dall’Aula. Io convocherò la maggioranza, ci guarderemo negli occhi e cercheremo di capire in che maniera uscire da questa trappola che la minoranza, legittimamente, ha costruito”.

Reazioni

Fratelli d’Italia – “Il regalo più bello al presidente Emiliano, nel giorno del suo compleanno, lo abbiamo fatto noi costringendo la sua maggioranza a bocciare la proposta di legge che reintroduceva il TFM. Per mesi, infatti, la maggioranza, e in modo particolare il PD, è stata dilaniata fra chi era a favore e chi era contro solo per diktat-minaccia dall’alto. Oggi chiedendo di anticipare in aula la discussione abbiamo, finalmente, risolto il problema: costretto la maggioranza a decidere! Certo aprendo all’interno del centrosinistra una voragine interna, ma questo non è un nostro problema: noi di Fratelli d’Italia abbiamo dichiarato in apertura di seduta di essere contrari e che, comunque, avremmo votato contro, ma il nervosismo mostrato in aula, in primis dal presidente Michele Emiliano, la dice lunga sullo stato di salute delle forze politiche che governano la Regione Puglia.

“Infine, una considerazione doverosa sull’idea che questa maggioranza ha della democrazia: assistiamo da un po’ di Consigli all’utilizzo degli emendamenti che con la forza dei numeri zittiscono la minoranza, sovvertono l’ordine dei lavori e inventano regole a uso personale. Dopo i metodi usati per approvare la legge sulla Parità di Genere e quella di oggi per abrogare il TFM denunciamo un clima avverso alle opposizioni, aggravato dal fatto che siamo di fronte a un presidente del Consiglio, Loredana Capone, che invece di essere arbitro e mediatore, svilisce il suo ruolo istituzionale con considerazioni e prese di posizione politiche pericolose per la tenuta dei lavori d’aula”.

Movimento Cinque Stelle – “Finalmente abbiamo messo fine a una telenovela durata fin troppo e molto poco appassionante per i pugliesi. Spero che oggi si sia messa una pietra tombale sul TFM e di non assistere a nuovi tentativi di reintrodurlo come avvenuto ciclicamente fino ad oggi. Un provvedimento che è riuscito a unire il fronte del NO da Confindustria a CGIL, perché avrebbe aumentato ulteriormente la distanza tra i cittadini e la politica. Dispiace solo che per arrivare a questo risultato si sia bloccata l’aula per ore, offrendo a chi guardava uno spettacolo a dir poco indecoroso e non degno delle istituzioni. Ora andiamo avanti e speriamo di poter discutere finalmente di leggi davvero utili per i cittadini, stanchi di questa pantomima”.

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