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Bari, al Di Venere inaugurato uno spazio di ascolto

Avrà funzione di sostegno psicologico nel reparto di terapia intensiva neonatale

Pubblicato da: redazione | Lun, 22 Luglio 2024 - 17:00
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 Sostenere psicologicamente i neo- genitori che devono affrontare il dolore, l’ansia e la preoccupazione del ricovero del figlio appena nato in Terapia intensiva. Aiutarli a vivere giornate che spesso si trasformano in incognite e che sono contrassegnate da medici e infermieri con cui parlare per avere informazioni e rassicurazioni su cure e terapie per neonati fragili. È l’obiettivo dello Spazio di ascolto psicologico alle emozioni di chi dona e riceve le cure, inaugurato oggi nell’ospedale Di Venere di Bari in cui è attivo il reparto di terapia intensiva neonatale (Tin) dedicato all’assistenza di neonati pretermine di peso ed età gestazionale molto bassi, spesso affetti da patologie gravi e croniche. Il servizio, promosso e sostenuto dall’associazione genitori Bimbintin onlus, nasce in un reparto che solo lo scorso anno ha assistito 50 neonati di peso inferiore o uguale a un chilo e mezzo, sui 191 complessivi trattati in intensiva.

“Il ricovero in Tin – spiega Francesca Cocciolo, psicologa e psicoterapeuta – rappresenta un’esperienza fortemente dolorosa e traumatica nella vita di una famiglia, per questo risulta fondamentale accompagnare e sostenere il processo di transizione alla genitorialità bruscamente interrotto dalla nascita”. “Sono certo che il servizio potrà offrire alle famiglie e di riflesso anche ai neonati ricoverati, una qualità delle cure e un livello di assistenza ancora più elevate”, ha sottolineato, il direttore sanitario della Asl di Bari, Luigi Rossi. “L’obiettivo per il personale – ha concluso Flavia Petrillo, direttrice dell’Utin- è supportare gli operatori nel difficile compito di gestire le emozioni dei genitori e favorire una convivenza serena tra genitori e operatori sanitari per consentire l’adesione alle raccomandazioni internazionali che prevedono, nel rispetto del diritto del neonato ricoverato in terapia intensiva, di dare l’accesso h 24 in Tin ai genitori”.

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