Dalla storia alla natura incontaminata capace di offrire un fresco riparo dalle giornate di caldo o di incantare con i suoi paesaggi da cartolina in inverno. Siamo tra le cime più alte dell’Appennino, luogo in cui si trova Capracotta, un borgo tra i più affascinanti e pittoreschi del Molise. Questo incantevole paesino, parte della Comunità Montana dell’Alto Molise, è un importante punto di riferimento per gli amanti degli sport invernali e per chi desidera immergersi nella natura incontaminata anche nelle calde giornate estive.
Tra leggende, realtà, tracce antiche e reperti archeologici
Le origini di Capracotta sono avvolte nel mistero e nella leggenda. Una delle storie più affascinanti racconta di alcuni zingari che decisero di bruciare una capra come rito di fondazione nel luogo dove avrebbero costruito la loro città. La capra, fuggita sui monti dove morì, segnò il punto esatto per la fondazione del borgo. Un’altra teoria, invece, sostiene che il nome derivi dal latino “castra cocta”, un accampamento militare romano situato nella valle del Sangro. Il territorio di Capracotta è stato abitato fin dal periodo Musteriano, ma le prime evidenze di un insediamento stabile risalgono al IX secolo a.C. Gli scavi archeologici presso Fonte del Romito hanno rivelato capanne circolari ed edifici in marmo del I secolo d.C., testimonianza di un villaggio che prosperò fino a essere distrutto da un incendio nel I secolo d.C. La comunità, nonostante le numerose dominazioni nel corso dei secoli, ha mantenuto una presenza costante e resiliente.
Dalle guerre all’unità d’Italia fino alla riscoperta e valorizzazione del territorio
Durante i secoli, Capracotta ha vissuto sotto il dominio dei Longobardi, degli Aragonesi e dei Savoia, fino all’annessione all’Italia unita nel 1860. La fine del XIX secolo e l’inizio del XX furono segnati da difficoltà economiche, brigantaggio e una massiccia emigrazione verso l’America. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Capracotta fu quasi completamente distrutta, ma la comunità riuscì a ricostruire il borgo e a risollevarsi, seppur con un continuo flusso migratorio verso il nord Italia e l’Europa occidentale fino alla fine degli anni Settanta. Un pezzo di storia che permane ancora oggi nell’identità del luogo e affascina i visitatori, in particolare gli appassionati. Ma Capracotta negli anni è stato rivalutato, in particolare negli ultimi decenni, in cui è stato intrapreso un percorso di valorizzazione del territorio, puntando sul turismo sciistico e naturalistico. La chiesa parrocchiale dell’Assunta, risalente al 1673, e la chiesa di Santa Maria di Loreto, costruita dai pastori, sono solo alcune delle testimonianze storiche che si possono ammirare. Il Palazzo Baronale, edificato nel XVI secolo dai signori d’Ebulo, è un altro gioiello architettonico del borgo.
Cultura e tradizioni: dal museo della civiltà Contadina, alle specialità culinarie e agli eventi
Di recente istituzione è il Museo della Civiltà Contadina e dei Vecchi Mestieri, situato nel seminterrato della sede comunale. Questo museo conserva oggetti e strumenti del passato di Capracotta, donati dai cittadini per preservare la memoria storica del luogo. Ma non solo. Capracotta è famosa per le sue specialità culinarie, tra cui spicca la “pezzata”, una ricetta antica risalente al periodo della transumanza. Altri piatti tipici includono l’agnello alla menta e la zuppa di ortiche. Il pecorino di Capracotta, prodotto tipico con origini sannitiche, è un formaggio molto apprezzato. Infine, diversi gli eventi da non perdere. La festa di San Sebastiano Martire, patrono del borgo, è l’evento principale di Capracotta, celebrato la seconda domenica di luglio. La sagra della Pezzata, nata nel 1960, attira numerosi visitatori, così come il Festival delle Erbe dell’Alto Molise, che offre passeggiate in montagna e laboratori di cucina con erbe spontanee. Ogni tre anni, l’8 settembre, si festeggia la Madonna di Loreto, un evento che richiama molti emigrati.