Almeno tre stupri accertati in meno di un mese nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo. Si rincorrono le voci sempre più stridenti in un luogo ormai da tanto tempo fuori controllo. Le violenze sessuali a carico di donne, molto giovani, hanno messo in allarme le associazioni e le forze dell’ordine. I carnefici sono spesso migranti irregolari che accedono alla struttura dalla rete manomessa a ridosso delle rotaie. Una situazione – ripetono quanti nel Cara ci lavorano – insostenibile. “Difficile – raccontano – convivere con questo degrado. Difficile anche proteggere in questo modo i più fragili”.
Il centro di accoglienza di Bari Palese è stato inaugurato il 28 aprile 2008 sulla vecchia pista dell’aeroporto militare di Bari-Palese appunto. In precedenza, in quello stesso luogo vi erano 250 roulotte che dal 1991 ogni estate venivano utilizzate per dare prima accoglienza alle persone che sbarcavano in Puglia, Calabria e Sicilia. Il Centro ha una capienza ufficiale di 744 posti, spesso elevata oltre i 1.000 posti nei momenti di maggiore crisi. Intorno al Centro insiste una recinzione in ferro sovrastata da filo spinato e video sorvegliata ventiquattro ore su ventiquattro. Il sistema di videosorveglianza, inoltre, monitora anche tutti gli spazi aperti del Centro. All’interno, gli ospiti non sono liberi di muoversi essendoci una naturale sorveglianza per via della presenza di infrastrutture militari. È possibile però usufruire di un servizio navetta attivo dalla 6.30 alle 21.30 garantito da tre van da 7 posti che trasportano gli ospiti dal Centro alla più vicina fermata dei trasporti pubblici locali.