“Sono di Bari che non è la seconda persona del modo indicativo presente anche perché la terza avrebbe una brutta sorte, quindi scusate il termine, ma sono della città più bella al mondo”. Inizia così la lettera che un cittadino ha voluto condividere sui social, in particolare su un gruppo dedicato ai viaggi in cui, con ironia e tanto amore per la propria città, descrive il capoluogo pugliese senza dimenticare i dettagli più importanti. Una lettera però che ha subito scatenato tantissimi commenti, tra questi, alcuni positivi e altri negativi, relativi in particolare al fatto che Bari è bella per chi la vive come “turista” o “emigrato”, ma meno da residenti. Ad evidenziarlo proprio alcuni “emigrati” per i quali, se in passato dichiarare di essere di Bari era una “vergogna” oggi invece è diventata una cosa di cui vantarsi, non secondo tutti però. Ma andiamo per gradi.
“Città famosa per il cibo, l’accoglienza e per essere la porta all’Oriente e all’Albania – si legge nella lettera pubblicata su “Poracci in viaggio” – se venite nella mia città, non potete perdere un giro a Bari Vecchia, dove le strade sono così strette che se allunghi le braccia puoi toccare le case su entrambi i lati. Rocco Siffredi riuscirebbe anche con altro. Vere protagoniste di questa parte ultramillenaria della città sono le nonne che, sedute fuori le loro abitazioni, preparano con la semola le orecchiette e qualcuna più audace anche le sgagliozze (polenta fritta). Guadagnando dalla vendita delle stesse più della Barilla e della Voiello messe insieme, ma rigorosamente tutto a nero”, prosegue passando poi a luoghi come la Basilica, ma non solo.
“Oltre alle mastre pastaie, potete visitare nella città vecchia la Basilica di San Nicola in cui potrete fare un incontro ravvicinato con il santo patrono della città. Le leggende dicono che, se chiedete con abbastanza devozione, San Nicola potrebbe aiutarvi a trovare parcheggio in centro. Ma attenzione: anche i santi hanno i loro limiti. San Nicola venerato in tutto il mondo sia da Cattolici che Ortodossi, è Santa Claus, ossia Babbo Natale il cui vestito verde, è stato trasformato in bianco rosso dalla Coca Cola….che tra l’altro sono i colori della città di Bari. Il lungomare, il più lungo d’Europa, il posto ideale per una passeggiata romantica o per sfuggire alle urla di vostra moglie che vi dice “ahooo ma tu in casa solo l’immondizia butti!” e puoi usare la scusa “sto facendo una passeggiata sul lungomare” in modo da poter rincasare dopo 17 ore… Qui potete osservare la spiaggia dei Baresi che non poteva che chiamarsi con un nome di qualcosa da mangiare “Pane E Pomodoro”, e i pescatori “arricciare i polpi” per renderli tenerli e poterli mangiare quando ancora si muovono. Nel centro ci sono via Sparano, Corso Cavour e Via Argiro le arterie dello shopping barese e neanche a dirlo, della cucina. Un po’ più in periferia va menzionato lo Stadio San Nicola, il tempio del calcio barese. Se siete fortunati ad assistere ad una partita del Bari, e pensavate che il calcio sia solo un gioco, ecco che vi potreste ricredere. Scoprirete rapidamente cosa significa “passione sportiva” – si legge ancora. Particolare attenzione è stata dedicata poi ancora al cibo.
“Come dimenticarlo? Ah, il cibo barese! Le focacce, le orecchiette, i panzerotti…a Bari, ogni pasto è un evento. La vera sfida non è trovare un buon ristorante, ma riuscire a smettere di mangiare prima di esplodere. Bari è quel luogo in cui il nipote per ogni nonna è sempre sciupato e qualsiasi sia il suo peso, condizione fisica o mentale, la frase più inflazionata è “Meh alla nonna mangia quacchecòs”. Infine, un consiglio per i visitatori: imparare qualche parola di dialetto barese potrebbe salvarvi la vita. Per esempio – conclude infine dando consigli ai lettori e potenziali visitarori – “Awuè” è un saluto universale, mentre “Amò” può essere usato per chiamare chiunque, dal vostro amico all’amante. Da qualunque parte veniate, visitate Bari che qui nessuno è straniero”.
La lettera in poche ore ha raccolto tantissimi commenti. Da chi non concorda su “Bari città più bella del mondo”, a chi invece non vede l’ora di visitarla, fino a chi infine si chiede come mai la città piace tanto ai turisti, ma meno ai cittadini che spesso da Bari fuggono. Tantissime, in merito, le denunce raccolte nel corso degli anni da parte di chi ha deciso di andare a vivere fuori. “Sono barese nel midollo, ma vivo fuori da 20 anni anche io e mi rammarica il fatto che la maggior parte dei baresi che conoscono e che hanno la “grazia” di viverla non l’apprezzino come chi ha dovuto lasciarla – ha commentato una cittadina – è vero che le cose che amiamo le apprezziamo ancor di più quando non possiamo godercele! Bar ie bar…come dice una nostra famosa canzone popolare…non cresc l’erv addo stonn l baris ma sim l meghj du condinend”, conclude. “La nostra città? Che spettacolo – ha detto un’altra barese – se solo ci fosse più senso civico”, conclude. “Sono una barese fuorisede da 17 anni, ormai fa troppo figo quando dico che sono di Bari. Chi mi dice: “ci sono stato e non me l’aspettavo così bella” e chi “non ci sono ancora stato ma è nei miei programmi”, conclude. Quando ero bambina mi vergognavo a dire che ero di Bari – ha detto infine un’altra cittadina – perché avevamo solamente traffico, scippatori e Lino Banfi e tutti ci facevano il verso (“Sei di BERI”). Speriamo che le cose continuino a migliorare sempre di più”, ha concluso. Eppure le denunce in merito alla città di Bari relative al fatto che sia più a misura di turisti si susseguono quotidianamente, tra le problematiche più discusse la questione della “Bari da cartolina”, ma sporca e piena di rifiuti e incivili e, inoltre, la questione relativa ai servizi, tra cui i mezzi di trasporto e, infine al fatto che con l’incremento del turismo sia diventato sempre più difficile trovare casa per via della decisione di molti proprietari di trasformare le soluzioni abitative in B&b, questione, quest’ultima, all’interno del programma del neo eletto sindaco, Vito Leccese.
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