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Oltre millecento scioperi nel 2023, il 40 per cento nei trasporti

In totale 1.649 proclamati, stabili sul 2022 e in calo dal 2012

Pubblicato da: redazione | Sab, 29 Giugno 2024 - 19:10

Nel 2023 si è registrato un “andamento sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente” con 1.649 scioperi proclamati (1.618 nel 2022) dei quali ne sono stati effettuati 1.129 (uno in più rispetto al 2022), ed “in netta diminuzione su base decennale (2.330 proclamazioni nel 2012, con 1.375 scioperi effettuati)”. Così la presidente della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, Paola Bellocchi, nella relazione annuale. Sulle 1.649 proclamazioni, 639 sono nel trasporto passeggeri (aereo, ferroviario, marittimo, pubblico locale), con 449 scioperi fatti (quasi il 40%).   “Nel nostro Paese, malgrado le regole vigenti siano tutte rispettate, nei trasporti si manifesta da anni un ampio fenomeno di microconflittualità, legato alla annosa questione della frammentazione della rappresentanza sindacale nel settore. Si assiste ad un reiterato ricorso allo sciopero, spesso collocato a ridosso di giornate festive, che genera disservizi con una frequenza tale da apparire poco comprensibile ad un comune cittadino”, ha affermato Bellocchi.

Quanto agli scioperi effettuati nell’ambito del trasporto passeggeri, “rimane stabile il conflitto nel servizio di Trasporto aereo, nel quale si sono avuti 141 scioperi, rispetto ai 138 dello scorso anno, di cui 58 a livello nazionale. Risultano invece diminuiti gli scioperi nel servizio di Trasporto ferroviario, con 57 astensioni (nel 2022 erano state 82) di cui 19 a livello nazionale. Dimezzato – ha proseguito – è il conflitto nel Trasporto marittimo che nel 2023 ha registrato 6 scioperi, rispetto ai 12 dell’anno precedente, di cui 3 nazionali. Un incremento significativo si ha, invece, nel settore del Trasporto pubblico locale con 245 scioperi effettuati, contro i 193 dell’anno precedente, di cui 17 a livello nazionale. I dati disaggregati confermano che si tratta di conflitti prevalentemente locali, non legati alle scadenze dei rinnovi contrattuali”. Quanto all’attività svolta dall’Autorità, ha aggiunto la presidente, nel 2023 “le indicazioni preventive sono state 254 (su un totale di 1.648 proclamazioni, quindi pari al 15%) ed esse hanno avuto un tasso di osservanza pari al 96%”. Inoltre, ha sottolineato, “la maggior parte delle procedure gestite dalla Commissione resta orientata a generare opportunità per soluzioni condivise, piuttosto che imporre sanzioni, anche attraverso una significativa attività di confronto con le parti sociali: nel 2023 sono state svolte 8 audizioni formali con organizzazioni sindacali e aziende”.

 “La Commissione svolge un’intensa attività di intervento non solo nei grandi scioperi nazionali, ma anche, in modo meno eclatante, in tutti i conflitti minori.
Interi settori dei servizi pubblici essenziali sono interessati da conflitti puramente locali, ma di notevole impatto quantitativo. Su 1.129 scioperi effettuati nel 2023, 920 hanno una dimensione locale, ben oltre l’80%”. Lo ha evidenziato la presidente della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, Paola Bellocchi, illustrando la relazione annuale dell’Autorità, alla Camera. “Si tratta di rivendicazioni originate dalla gestione quotidiana dei rapporti di lavoro (cronica carenza di personale, distribuzione dei carichi di lavoro, turni, lavoro straordinario, riconoscimento di indennità), che moltiplicano le occasioni di conflitto”, ha aggiunto sostenendo che “al controllo di questa microconflittualità dovrebbero porre rimedio gli interventi precedenti la proclamazione dello sciopero volti a favorire una qualche forma di deflazione del contenzioso: ciò attraverso il preventivo esperimento delle procedure di raffreddamento e di conciliazione, obbligatorie per legge, sul rigoroso rispetto delle quali la Commissione è costantemente impegnata. I risultati – ha inoltre sottolineato Bellocchi – non sono pienamente soddisfacenti ed a tale aspetto deve essere dedicata una riflessione particolare. La gestione della legge 146 potrebbe trovare nuovi spazi di sviluppo valorizzando adeguatamente, più di quanto sia stato fatto finora, gli strumenti interni di composizione delle controversie previsti nel sistema di relazioni sindacali”.

 “Gli equilibri del sistema di relazioni sindacali sono messi a dura prova da una nuova organizzazione dei servizi pubblici essenziali, che conduce alla gestione esternalizzata di molti di questi servizi. Come per tutte le attività labour intensive, al cui interno il costo del lavoro è il capitolo più importante di spesa, ciò avviene attraverso appalti e subappalti ‘al ribasso’ che, in taluni dei settori di nostra competenza, si manifesta con differenze retributive anche notevoli dovute ai diversi contratti collettivi applicati, peggiorativi rispetto a quello specifico del settore”. È quanto ha evidenziato la presidente della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, Paola Bellocchi, durante l’illustrazione della relazione annuale dell’Autorità, riferita all’anno 2023, alla Camera. “La gestione esternalizzata dei servizi alimenta situazioni di precarietà diffuse e, non di rado, genera l’iniqua prassi del prolungato ritardo nel pagamento delle retribuzioni ai lavoratori, quasi sempre dovuta alla mancata erogazione, da parte del committente (spesso soggetto pubblico), delle risorse finanziarie necessarie all’appaltatore per poter svolgere il servizio. L’inadempimento dell’obbligo retributivo – ha inoltre spiegato – continua a rappresentare, nell’anno di riferimento, la metà delle cause di insorgenza dei conflitti nel settore Igiene ambientale nelle regioni del Sud e nel settore dei servizi comunali esternalizzati. Un conflitto che serve non ad ottenere più diritti, ma a chiedere il rispetto di quelli esistenti, contenuti nel contratto di lavoro”.

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