Ha preso il via questa mattina in Corte d’appello a Bari il processo di secondo grado relativo allo scontro dei treni che avvenne nel luglio 2016 sulla tratta Andria-Corato. Nell’incidente, uno scontro frontale tra due treni che viaggiavano su un unico binario alternato regolato con il sistema del blocco telefonico ritenuto dall’accusa “insicuro e obsoleto”, persero la vita 23 persone e altre 51 rimasero ferite. Nel giugno 2023, in primo grado, il tribunale condannò a sei anni e sei mesi il capostazione di Andria Vito Piccarreta e a sette anni il macchinista del treno partito a da Andria, per Corato, Nicola Lorizzo. Furono assolti 14 imputati e venne inoltre esclusa la responsabilità civile di Ferrotramviaria imputata per illecito amministrativo.
Lorizzo e Piccarreta furono condannati per cooperazione in disastro ferroviario, omicidio e lesioni personali colpose aggravate dalla mancata osservanza delle norme per la sicurezza sul lavoro. Entrambi dovranno risarcire, in solido con Ferrotramviaria, i danni alle parti civili. Nel corso dell’udienza di oggi la Procura generale ha chiesto alla Corte di ascoltare 38 testimoni, tra loro i testi della difesa già ascoltati in primo grado, ma anche funzionari di polizia giudiziaria e funzionari della Regione Puglia oltre a consulenti tecnici di accusa e difesa. Il sostituto pg, Marcella Catalano, ha inoltre chiesto l’ammissione di una relazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 2017 dichiarata inutilizzabile dal tribunale di Trani. Inoltre è stata richiesta la disposizione da parte della Corte di una consulenza tecnica d’ufficio che abbia come compito quella di valutare le diverse considerazione tecniche avanzate da accusa e difesa nel corso del processo di primo grado in particolare in merito all’obsolescenza del sistema di interscambio dei treni. Nel corso dell’udienza, il sostituto pg ha evidenziato che “la gestione rudimentale, basata solo sulla comunicazione telefonica del sistema di circolazione dei treni su quella tratta demandato in tutto all’uomo e dunque fallibile”. Le difese si sono apposte alle richieste effettuate dall’accusa. Il prossimo 12 settembre la Corte deciderà sulle richieste istruttorie.
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