Nel 2022 oltre 3 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con una prevalenza che aumenta all’avanzare dell’età, raggiungendo il 60% negli over 85, e un incremento dei consumi del 25% rispetto al 2021, che continua a registrarsi anche nel primo semestre 2023. I dati emergono dal Rapporto ‘L’uso degli antibiotici in Italia – 2022’, a cura dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), pubblicato sul portale dell’Agenzia.
Emerge anche come l’utilizzo al Sud sia nettamente superiore rispetto alle regioni settentrionali. Nel 2022 e nel primo semestre del 2023 si osserva dunque un importante incremento dei consumi di antibiotici erogati in regime di assistenza convenzionata dopo la riduzione del 2020-2021, legata alle misure di contenimento per contrastare la pandemia. Nel 2022 si registra così un incremento del 25% dei consumi rispetto al 2021. Quasi il 90% del consumo di antibiotici a carico del Ssn viene erogato in regime di assistenza convenzionata, cioè dispensato dalle farmacie territoriali pubbliche e private e rimborsate dal Ssn. I maggiori livelli d’uso si riscontrano per gli uomini nelle fasce più estreme, per le donne nella fascia tra i 20 e i 69 anni. Nella popolazione pediatrica i maggiori consumi si concentrano nella fascia di età compresa tra 2 e 5 anni, in cui circa 1 bambino su 2 riceve almeno una prescrizione di antibiotici. Il 76% delle dosi utilizzate è stato erogato dal Servizio Sanitario Nazionale. A fronte di un consumo complessivo a livello nazionale di 21,2 DDD (Dosi Definite Die, ovvero la dose necessaria a coprire una giornata di terapia nell’adulto)/1000 abitanti die, anche nel 2022 si confermano le differenze tra regioni e aree geografiche già osservate negli anni precedenti, con livelli di consumo superiori al Sud rispetto al Nord (24,4 vs 18,7 DDD/1000 abitanti die). Analogamente ai consumi, la prevalenza d’uso del Sud (43,3%) è nettamente superiore a quella del Nord (28,9%).
Al Sud, evidenzia il Rapporto Aifa, si rileva anche una spesa doppia rispetto alle regioni del Nord (19,1 vs 13,3 euro pro capite) determinata da un maggior consumo di antibiotici e da un ricorso a farmaci più costosi. Quanto al tipo di farmaci, le associazioni di penicilline si confermano anche nel 2022 gli antibiotici più utilizzati a livello nazionale (circa il 36% dei consumi totali). Nel 2022, inoltre, si conferma il trend in peggioramento del rapporto tra il consumo di antibiotici ad ampio spettro rispetto al consumo di antibiotici a spettro ristretto che passa dall’11,0 del 2019 al 13,6 del 2022. Tale indicatore mostra come l’Italia abbia un importante ricorso a molecole ad ampio spettro, che hanno un maggior impatto sulle resistenze antibiotiche, anche più elevato rispetto agli altri Paesi Europei (13 vs 4). Anche in ambito ospedaliero si registra un aumento della proporzione del consumo di antibiotici ad ampio spettro e/o di ultima linea sul totale del consumo ospedaliero, collocando l’Italia ben al di sopra della media europea (53,9% vs 37,6%).