La storia ha dell’incredibile ed è stata raccontata in una spiaggia di Capitolo. Dove un uomo, padre di tre figli, è stato aggredito verbalmente e fisicamente per essere uscito da un lido privato. Ecco il racconto:
“Questo pomeriggio sono stato aggredito verbalmente, ripetutamente spinto e poi minacciato dal gestore di uno storico lido di Capitolo. Il motivo? Aver lasciato la spiaggia pubblica passando dall’ingresso del lido.
“Questa è casa mia, non ti devi permettere, vieni qua, ora te la vedi con me” e altre cose non vi aggiungo, mentre mi spintonava coi bambini letteralmente terrorizzati.
Nel mentre chiamava il rinforzo del buttafuori e chiedeva se ero quello che già in mattinata aveva provato a entrare da lì. Io sono rimasto impassibile, spinto in un angolo con le spiaggine in mano, incredulo ma anche decisamente spaventato per i bambini.
Andando via ho fermato una pattuglia della Polizia, che è subito intervenuta con 3 volanti per identificare l’aggressore.
Ma il punto stasera non è neppure questo, è quello che stiamo diventando dietro questa patina di Puglia felix, tra l’altro a una manciata di km da Borgo Egnazia.
Una famiglia minacciata e aggredita per aver esercitato un diritto fondativo di questa terra, il passaggio per il mare, in un posto dove generazioni di monopolitani lo hanno fatto per 40 anni.
La verità è che stiamo diventando un fastidio rispetto a quei turisti che oggi, per stare in quel lido, hanno speso tra i 70 e i 90 euro. Una metastasi da rimuovere per non disturbare la messinscena di posto esclusivo, senza il disturbo di famiglie e delle loro sacche coi panini e giochi.
Se davvero siamo la nuova Sardegna, a noi persone normali spetta il ruolo dei pastori. Ma a me non ne frega nulla. E quindi continuerò a passare perché così dice la legge, oltreché il buon senso. E a chiamare a ogni sopruso (ma speriamo di no) l’intervento delle forze dell’ordine”. (Foto repertorio freepik)