Continuità amministrativa, progetti, punti in comune, ma anche aneddoti, tratti diversi e sguardi al presente al futuro con al centro un solo obiettivo: esserci per i cittadini e provare a fare anche meglio di quanto fatto nei dieci anni di amministrazione del sindaco Antonio Decaro, portando avanti le cose positive fatte, ma migliorando quello che invece non ha funzionato. È quanto emerso nel corso dell’incontro “Le cose che abbiamo in comune” fortemente voluto dal candidato sindaco per il centrosinistra, Vito Leccese e da Michele Laforgia, candidato che non ha passato il primo turno delle comunali, ottenendo però il 20% dei voti e ora pronto a sostenere Leccese in vista del ballottaggio previsto per il prossimo 23 e 24 giugno con Fabio Romito, candidato per il centrodestra.
“È nella fisiologia della democrazia rappresentativa che ci si presenta alle elezioni e poi chi prende più voti è il candidato, ma non per questo ci dobbiamo fare la guerra – ha detto Michele Laforgia in merito alla decisione di “correre separati” durante il primo turno – la legge elettorale ci costringe ad essere in competizione, ma tra noi due non è mai stata nel senso di distruggere l’altro, anche se è stato doloroso. Abbiamo fatto una competizione vera, quindi anche aspra. Ma è anche normale che il giorno dopo ci si siede al tavolo e si decide come governare insieme”. “Anche per me è stato un dolore, oggi mi sento più rilassato, ma l’impatto emotivo di una campagna fatta con coalizioni diverse è stato fortissimo. Come spesso questa scelta è stata fatta in modo sereno – ha detto Leccese – la scelta è stata fatta per offrire un’opzione in più rispetto a una candidatura singola. Questo risultato positivo per la sinistra è stato raggiunto perché c’erano due candidati. Per la prima volta dopo tanti mesi che incontro pubblicamente Laforgia, mi sento rilassato, in sintonia con me e con Michele. Ho provato una grande emozione nel ricevere la telefonata di Michele pochi minuti prima che andasse in diretta. I toni aspri in campagna elettorale sono fisiologici. Con i risultati di domenica scorsa abbiamo vinto tutti. Ci tocca la sfida più importante, portare avanti comunità ideali e valori, su questo dobbiamo lavorare e formare il prossimo programma”, ha evidenziato.
Leccese ha poi sottolineato il tema della “continuità” tanto dibattuta in quanto spesso associato all’operato del sindaco Antonio Decaro. “Sono una persona diversa, con sensibilità diverse. Dobbiamo applicare un rinnovamento, senza dimenticare quanto di buono è stato fatto. Insieme a Michele Laforgia che se vorrà sarà al mio fianco, come io sarò al suo se dovessimo sederci in Consiglio Comunale”. Dello stesso avviso Michele Laforgia che ha voluto evidenziare la volontà di sostenere Leccese e di portare avanti un programma comune. “Dobbiamo convincere le persone che hanno un ruolo nella società a cimentarsi con la competizione politica, cosa che non è facile. Non c’è più il ruolo dei partiti. Questo è il problema della democrazia. Sull’unità abbiamo lavorato in questi mesi, oggi siamo molto più vicini di quanto non fossimo sei mesi fa. Abbiamo portato molte persone a votare. Non vogliamo nascondere le differenze, ma vogliamo lavorare per arrivare a una sintesi. È esattamente quello che stiamo facendo.
Entrambi sono poi intervenuti sui nodi ancora irrisolti dello sviluppo di Bari, in comune hanno evidenziato la necessità di iniziare a discutere sul nuovo piano urbanistico generale rivedendo l’impostazione della città. “Se oggi Bari registra delle diseguaglianze è perché la pianificazione fatta in passato è stata sbagliata e ha provocato guasti sociali enormi – ha detto Leccese – vogliamo evitare di ripetere gli errori del passato a guardare al futuro con un nuovo approccio. Minore consumo del territorio, maggiore riqualificazione urbana. Negli anni 70 abbiamo realizzato quartieri dormitorio, oggi abbiamo cittadini come noi che vivono ad esempio al San Paolo e dicono sto andando a Bari, ma se gli dicono da dove vieni ti dicono dal quartiere. Non è solo un problema lessicale, dobbiamo recuperare su questo e serve un piano urbanistico. Connetterà anche sul piano sociale la città. Così potremo garantire una prospettiva per questa città. L’amministrazione Decaro ha fatto grande ristrutturazione fisica, ma dobbiamo puntare all’infrastrutturazione sociale della città”, ha concluso. Parole a cui hanno fatto eco quelle di Laforgia. “Ci sono diversi problemi su mobilità, urbanistica. Dobbiamo reinventarla, ripensarla. Pensare a un piano del verde. La città così com’è non può continuare a vivere mettendo in campo cemento. Per sopravvivere, anche per il cambiamento climatico ci vuole una diversa misura tra verde e costruito”, ha evidenziato.
Tra gli obiettivi comuni c’è il decentramento, hanno spiegato entrambi. “I quartieri non centrali vogliono recuperare sovranità e il nostro obiettivo è anche quello di ridare dignità a chi lavora nei municipi. Vogliamo eliminare le sacche di povertà, bisogna distribuire le risorse” – ha evidenziato Laforgia – “è importante avviare un lavoro comune, al di là delle proporzioni, quelle del primo turno. Il vero lavoro comune si deve fare delle idee, ho bisogno delle sue idee e Vito ha bisogno delle nostre idee”, ha concluso. “Sul decentramento – ha detto Leccese – siamo stati chiari dall’inizio. I servizi vanno erogati nel luogo più vicino al cittadino. Progetto di riforma del decentramento amministrativo per attribuire ai municipi nuove risorse affinché gestiscano integralmente il decentramento amministrativo. Segnerà una svolta. Dobbiamo migliorare la burocrazia. Si dovrà attuare una piccola rivoluzione. Poi c’è un altro problema, quello dell’emergenza casa. Non è stato gestito bene il flusso dei turisti, tanti non riescono a trovare casa”, ha evidenziato ancora Leccese. Entrambi concordano sulla volontà di lavorare per una città più giusta, più verde e più inclusiva.
Altro tema discusso quello del voto di scambio, Laforgia ha in merito ha detto “Casi sono stati segnalati, noi abbiamo denunciato, ma la corruzione – ha ricordato – riguarda qualsiasi utilità scambiata per il consenso. Anche l’impegno a risolvere un problema personale è corruzione, anche la promessa di un posto di lavoro è corruzioni. Problemi che ci sono, c’erano e continueranno ad esserci. Le cose vanno denunciate, ma bisogna alzare il livello, bisogna restituire alle persone l’idea che il loro voto valga qualcosa e lo hai messo nelle mani delle persone di cui ti fidi. Se c’è una cosa che mi fa imbufalire è l’idea che i candidati possano essere insultati, mi vieni a chiedere il voto? Sei un mendicante. Chi chiede i voti lo fa solo perché vuole mettersi al servizio, non per altro. Bisogna andare a votare, bisogna farlo sempre. Il voto è lo strumento egualitario che ciascuno di noi ha in mano per esercitare la democrazia, non è detto che si cambi, ma se non voti non cambi. La seconda ragione non è solo perché non dobbiamo tornare indietro, ma anche perché questa città la dobbiamo cambiare in meglio e abbiamo bisogno che le persone votino perché dobbiamo essere legittimati dalle persone. Quando la politica non è legittimata dalle persone subisce i privati, ma noi i privati dobbiamo governarli”, ha concluso.
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