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Calci e pugni ad agente nel carcere di Foggia: “Bollettino di guerra”

La denuncia del Sappe dopo gli episodi degli ultimi giorni

Pubblicato da: redazione | Ven, 14 Giugno 2024 - 19:09

Ancora un’aggressione in carcere. A denunciarlo è il sindacato della polizia penitenziaria che ha evidenziato in una nota che a meno di tre giorni  dall’aggressione di tre poliziotte da parte di una detenuta con problemi psichiatrici avvenuta nel carcere di Foggia, la situazione si è ripetuta al reparto giudiziario dello stesso carcere, dove verso le ore 13 di ieri, 13 giugno, un detenuto di origine baresi, avrebbe aggredito un poliziotto con calci e pugni scaraventandolo a terra ferendo anche un secondo agente intervenuto in difesa del primo.

“Abbiamo notizia – evidenzia il sindacato – che sempre il detenuto in questione avrebbe poi danneggiato la postazione di servizio degli agenti distruggendo arredo e suppellettili. Dopo l’arrivo dei rinforzi veniva ristabilito l’ordine mentre i due poliziotti venivano accompagnati al pronto soccorso del locale nosocomio da dove venivano dimessi in tarda serata con una prognosi di 7 giorni s.c. Il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziario è stanco di aggiornare questo bollettino di guerra che sta riducendo ulteriormente il già carente organico della polizia penitenziaria di Foggia, che presto costringerà il Prefetto a far presidiare dall’esterno il carcere per mancanza di personale. Poliziotti che sono anche estremamente demoralizzati a causa dell’irresponsabilità dell’amministrazione penitenziaria che provvederà al massimo a spostare il detenuto nella nostra regione(dove avrà lo stesso comportamento) in un carcere più vicino alla sua residenza(quasi a premiarlo). Inoltre dobbiamo denunciare che la mancanza di veri provvedimenti punitivi, quale l’arresto in flagranza di reato e l’applicazione del regime più duro con il trasferimento in qualche carcere della Sardegna, invogliano i detenuti non solo di Foggia, a commettere questi atti per andare via da un carcere dove non vogliono stare . Come pure speravamo che le varie figure nate per tutelare i diritti dei detenuti(Garante, Antigone, Nessuno tocchi caino ecc.) non si limitassero solo a fare i portavoce dei detenuti denunciando situazioni che si rivelano quasi sempre false, ma che, ogni tanto, invitassero i detenuti a comportarsi meglio, offrendo solidarietà ai poliziotti feriti, cosa che non avviene mai”, proseguono.

“Peraltro – denunciano ancora – è singolare che il DAP si costituisca parte civile nei procedimenti in cui vengono imputati poliziotti penitenziari, mentre di fronte alle aggressioni da parte dei detenuti tace. Il SAPPE ritiene che la responsabilità di quanto avviene nelle carceri pugliesi e nazionali sia tutta del Ministero della Giustizia e del DAP, per cui nei prossimi giorni consegneremo alla procura della repubblica di Foggia un ulteriore esposto nei confronti di queste Autorità che costringendo un manipolo di poliziotti a lavorare con un numero doppio di detenuti a fronte di quello consentito violano una serie di leggi, annullando la vigilanza, con la sicurezza che va sottozero, con i poliziotti abbandonati nelle sezioni detentive, e con i detenuti sempre violenti e baldanzosi che invece di essere puniti, vengono pure accontentati. Alla magistratura il SAPPE chiederà anche che quando un detenuto aggredisce con violenza e ferisce un poliziotto penitenziario ai sensi degli articoli 336 e 337 del codice penale, venga arrestato in flagranza di reato così come avviene quando sono coinvolte altre forze di polizia. Il SAPPE ritiene che solo così si potrà porre un freno alle migliaia di aggressioni che ogni anno avvengono ai danni dei poliziotti penitenziari. Purtroppo mentre accadeva l’aggressione a Foggia di cui i poliziotti non hanno volute pubblicare nessuna immagine dei danni riportati, nel carcere di Ragusa c’è stata analoga aggressione, e queste foto dimostrano cosa accade giornalmente in tante carceri Italiane. E’ incredibile che se ad essere feriti sono migliaia di poliziotti (le statistiche solo nel 2023 oltre 10.000 casi di violenza e resistenza di cui quasi 2000 aggressioni) non importa a nessuno”, concludono.

Foto repertorio

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