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Giornata contro il lavoro minorile, dalla Puglia l’appello

Promuovere filiere “dal basso” più eque e locali contro la malnutrizione

Pubblicato da: redazione | Mer, 12 Giugno 2024 - 14:46

Per difendere la salute e la dignità dei bambini occorre dire stop ai prodotti ottenuti dallo sfruttamento minorile che nel mondo colpisce ben 160 milioni di giovanissimi, di cui oltre il 70% impiegato nei campi, secondo dati Ilo. E’ l’appello lanciato dalla Coldiretti Puglia, in occasione della Giornata mondiale contro il Lavoro minorile che si celebra il 12 giugno contro ogni forma di sfruttamento dei minori. Sono tanti i prodotti alimentari che ogni giorno finiscono sulle nostre tavole accusati di essere coltivati e ottenuti grazie all’impiego di minori, dal Sudamerica all’Asia fino alla vicina Turchia, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati del Dipartimento del lavoro Usa. Si va dalle banane dal Brasile al riso birmano, dalle nocciole turche ai fagioli messicani, dal pomodoro cinese fino alle fragole dall’Argentina e ai gamberetti tailandesi.

Prodotti che a volte finiscono per essere spacciati per italiani dopo lavorazioni anche minime, grazie all’attuale codice doganale. Da qui la mobilitazione promossa da Coldiretti per cambiare le regole e affermare in Europa il principio di reciprocità, assicurando dietro tutti i cibi che arrivano sulle tavole ci sia un percorso di qualità che riguarda la tutela dei minori, oltre che del lavoro, dell’ambiente e della salute Nel mondo 184 milioni di bambini soffrono la fame. Ma l’impegno delle istituzioni deve essere rivolto anche verso la promozione di filiere più eque. Nel mondo, 149 milioni di bambini sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione cronica e 35 milioni di malnutrizione acuta, secondo l’ultimo Rapporto globale 2023 sulle Crisi Alimentari. Un effetto degli squilibri – secondo Coldiretti – causati dalla scomparsa di sistemi alimentari costruiti “dal basso” e fondati sull’agricoltura familiare che vanno sostenuti e rilanciati. In molti Paesi tali sistemi non sono più in grado di produrre e distribuire cibo sufficiente a sfamare una popolazione globale in crescita e di soddisfare le esigenze nutrizionali a partire da quelle dei più piccoli, garantendo un accesso equo e di operare in modo sostenibile. Un passo importante viene dalla World Farmers Markets Coalition che è uno dei dieci programmi della Fao selezionati nell’ambito del progetto di Food Coalition con l’obiettivo di sostenere i mercati contadini nei diversi continenti per favorire reddito e occupazione e combattere la fame attraverso la diffusione di un modello di sviluppo economico ambientale e sociale sostenibile basato sulla filiera corta e il supporto all’agricoltura familiare, la promozione del cibo locale e l’emancipazione degli agricoltori, in particolare delle donne e dei giovani.

I disordini alimentari nei Paesi ricchi. Il tema dell’alimentazione fotografa anche un mondo spaccato in due tra i Paesi poveri che dove il problema è la fame e quelli più ricchi, dove a minacciare la salute delle giovani generazioni sono spesso i disturbi alimentari, dall’obesità all’anoressia. Un fenomeno legato soprattutto all’abbandono dei principi della Dieta Mediterranea e alla diffusione di cibi spazzatura ultraprocessati. Proprio per aiutare i giovani a prevenire i disturbi alimentari nell’infanzia e nell’adolescenza e a favorire un’alimentazione sana e equilibrata è stato avviato un progetto di raccolta fondi e comunicazione sociale dal titolo “Il Cibo è amico”, promosso da Campagna Amica e Fondazione Bambino Gesù. L’obiettivo è la realizzazione e lo sviluppo del Centro per lo Studio dei disturbi del comportamento alimentare in età pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù. Ma nelle scuole è attiva anche l’Educazione alla Campagna Amica – conclude Coldiretti – che ogni anno permette a mezzo milione di bambini di apprendere i principi della sana alimentazione.

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