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Lavoratori call center a rischio, Asl Bari: “Vigileremo”

La nota dell'azienda in seguito alla denuncia dei sindacati

Pubblicato da: redazione | Sab, 8 Giugno 2024 - 14:46

La ASL Bari, in quanto committente, è garante del rispetto di norme e contratti, a tutela dell’esecuzione dei servizi di Contact Center. Per tale motivo, in merito alle notizie di stampa apparse sui mass media relative all’appalto Contact Center della ASL Bari preme fare alcune precisazioni.

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“I lavoratori impiegati attualmente nella commessa della ASL Bari sono in numero di 37 (non 40) e di questi 35 sono assunti con CCNL TLC, e solo due con CCNL Metalmeccanici. In totale aderenza alle prescrizioni normative, la ASL Bari ha previsto nella disciplina di gara l’applicazione della clausola sociale di salvaguardia occupazionale del personale impiegato dall’attuale appaltatore, ai sensi dell’art. 50 D.lgs. n. 50/2016 e dell’art. 30 L.R. Puglia n. 4/2010. Per di più, sempre in sede di gara, è stato richiesto ai concorrenti di impegnarsi, in via prioritaria, nel valutare l’assunzione del personale utilizzato dall’appaltatore uscente nell’esecuzione della commessa nell’alveo dei CCNL di settore.
La ASL Bari, sebbene sia parte terza nella fase di cambio appalto e clausola sociale, vigilerà come stazione appaltante attentamente che tutti i principi enunciati vengano pedissequamente rispettati, dovendo garantire da una parte i necessari servizi di Contact Center e dall’altra il rispetto dell’applicazione delle norme imperative.
Per quanto riguarda, poi, il luogo di lavoro, la disciplina di gara ha previsto che i dipendenti impiegati nell’esecuzione del servizio di Contact Center telefonico inbound saranno ubicati nelle sedi messe a disposizione dell’Aggiudicatario. E’ stata prevista, inoltre, contestualmente, l’erogazione di servizi di Back-Office per la gestione delle agende delle prestazioni sanitarie, attraverso personale ‘on-site’, vale a dire che il fornitore deve garantire la presenza di almeno una sede operativa all’interno della Provincia di Bari, fermo restando la possibilità di svolgere prestazioni di lavoro “in remoto” prevista per legge. La stazione appaltante valuta con favore il lavoro prestato da remoto, in questo particolare caso anche in considerazione della specifica prestazione da assicurare e del fatto che, da informazioni assunte, tale modalità era già stata assicurata dal vecchio appaltatore.
Va sottolineato, infine, l’utilità dell’attività di stimolo delle organizzazioni sindacali coinvolte in questa delicata fase, le cui informative possono consentire alla ASL Bari di verificare il puntuale rispetto della normativa di settore da parte degli appaltatori subentranti in commesse esternalizzate”.

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