“Per proteggere le oltre diciannovemila aziende produttrici di patate, che coprono un’estensione di quarantacinquemila ettari, è fondamentale valorizzare il prodotto italiano autentico, a partire da quello trasformato, e ampliare l’obbligo di etichettatura dell’origine a tutti gli alimenti in commercio nell’UE”. Lo afferma Coldiretti, che ha deciso di mobilitarsi in quanto è necessario “supportare gli agricoltori attraverso la diffusione di tecniche di agricoltura 4.0 per affrontare i cambiamenti climatici” oltre che con nuove varietà genetiche green, capaci di garantire una maggiore resistenza.
Nel 2023, in Italia, nello specifico, sono stati prodotti circa 13 milioni di quintali di patate, secondo i dati Istat riportati da Coldiretti. Di questi, quasi 10 milioni di quintali sono patate comuni coltivate su 32.000 ettari, e 3 milioni di quintali sono patate novelle coltivate su poco più di 13.000 ettari, distribuiti tra circa 19mila aziende agricole produttrici. Con una produzione di 2,5 milioni di quintali, la Campania è la regione maggiore produttrice, seguita dalla Sicilia con 1,9 milioni di quintali, l’Abruzzo con 1,8 milioni di quintali, la Calabria con 1,3 milioni di quintali e l’Emilia-Romagna con 1,1 milioni di quintali. Sei varietà di patate italiane sono riconosciute come “Doc” dall’Unione Europea: la Patata di Bologna Dop, la Patata novella di Galatina Dop, la Patata dell’Alto Viterbese Igp, la Patata della Sila Igp, la Patata rossa di Colfiorito Igp e la Patata del Fucino Igp.
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