Gli operatori del settore, da tempo ormai, definiscono il mercato degli affitti a Bari “irragionevole”. Praticamente la casa sembra non essere un diritto. È un fenomeno a cui stiamo assistendo da tempo nelle grandi città, Bari su tutte: affittare casa è diventato un lusso per pochi. I prezzi poi sono diventati molto cari a causa dell’offerta ridotta rispetto alla domanda. Il numero di case disponibili è diventato nel tempo sempre più esiguo perché destinate al canale turistico. il tema delle stanze per studenti e non solo rimane ormai quindi sempre caldo per la difficoltà d’accesso a causa dei canoni in costante crescita e di un’offerta che fatica a rispondere a tutta la domanda.
Come tutta la Puglia, anche Bari negli ultimi anni ha vissuto un aumento esponenziale del suo turismo, basti pensare che – secondo l’Istat – il rapporto tra posti letto per gli ospiti che arrivano in città e popolazione residente è tra i più alti nel Sud Italia (+44 % dal 2015). Se da una parte questo fenomeno ha contribuito ad una discreta crescita della città, dall’altra ha sicuramente prodotto notevoli problemi, rendendosi poco sostenibile, specialmente per i cittadini più vulnerabili.
I dati in tal senso parlano chiaro e fotografano uno scenario insostenibile: nell’anno corrente vi sarà un aumento degli sfratti per morosità incolpevole al fine di destinare gli immobili interessati ad uso turistico (stime Sunia), il costo a metro quadro di una casa in affitto è aumentato quasi del 50 % rispetto ai dati del 2019 ed il prezzo medio di una stanza per gli studenti fuori sede si attesta ormai sui 365 € (fonte immobiliare.it).
Un dato positivo però c’è. Bari è tra le città in tutta Italia con l’offerta maggiore di posti letto disponibili in proporzione al mercato dell’affitto. Secondo una indagine di Immobiliare.it Insights, la proptech company del gruppo di Immobiliare.it, guardando allo stock di immobili in locazione nelle città analizzate, quelle dove si registra in
proporzione il maggior numero di stanze rispetto all’offerta totale in affitto sono Catania, Bari e Verona, con percentuali rispettivamente del 20%, 18% e 15%. A Roma e Torino il valore si ferma attorno all’8%, mentre a Milano e Bologna scende al 6%. A Venezia, Firenze e Palermo le stanze rappresentano il 5% circa dello stock totale proposto in locazione sui rispettivi territori, mentre a Genova solo il 3%.
Il tasto veramente dolente sono invece i canoni di affitto. Si può arrivare a spendere anche 1.500 euro per una casa di 45 metri quadrati nel quartiere Madonnella. O di 1.000 euro per una di 35 metri quadrati nei pressi del Policlinico o di 3.000 euro per 120 metri quadri nel cuore del centro murattiano. Affittare casa è diventato quasi una follia. Ne sono dimostrazione gli annunci (pubblici) che si trovano sui più noti siti di intermediazione immobiliare. Gli stessi che tante famiglie, studenti universitarie, single e coppie visitano giornalmente facendo i conti con dei canoni di locazione totalmente fuori mercato. E che in pochissimi possono permettersi.
L’aumento dei canoni di locazione a Bari ha interessato in modo particolare le zone del centro città proprio quelle in cui tanti investitori stanno acquistando per realizzare b&b o casa vacanza. I proprietari delle abitazioni stanno procedendo quindi sempre più verso la pratica degli short rent. Questo sta sottraendo appartamenti al segmento residenziale e di conseguenza la carenza di offerta, a fronte di una domanda elevata, ha fatto salire i valori”.
A livello anche nazionale a contribuire al rialzo dei canoni c’è anche l’inflazione e l’aumento della domanda alimentata da chi ha difficoltà di accesso al credito”.