Bari ricorda la strage di Capaci. Nella giornata di oggi, l’amministrazione comunale, in occasione del trentaduesimo anniversario della strage in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, ha preso parte a diversi momenti commemorativi con la deposizione di corone d’alloro nei luoghi dedicati al ricordo dei martiri di questo tragico evento che ha segnato, al contempo, il risveglio della coscienza civile in tutto il Paese.
Le corone di alloro sono state depositate in via Rocco Dicillo, in via Falcone e Borsellino, nel giardino Francesca Morvillo e nel giardino Peppino Impastato (presso l’Albero Falcone). Nel pomeriggio, alle 17.57, ora esatta della strage, presso la facciata di Palazzo di Città, il vicesindaco osserverà un minuto di raccoglimento accompagnato dalle note de “Il silenzio”, indossando la fascia tricolore, simbolo dell’unità nazionale e dei valori costituzionali per difendere i quali Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta persero la vita.
“Ma chi ve lo fa fare” gli chiese Corrado Augias. “Ce lo chiediamo anche noi…ma non è una mia lotta personale, è un impegno di tutti”, rispose il giudice Giovanni Falcone. Il senso di queste parole è l’impegno di noi tutti oggi nel ricordo della strage di Capaci che trentadue anni fa colpì al cuore lo Stato democratico del nostro Paese – ha scritto sui social il sindaco di Bari, Antonio Decaro – a Capaci morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. E insieme a loro un pezzo di Italia giusta che ci ha insegnato cosa significa lottare per la legalità ogni giorno come impegno di tutti”, ha concluso.
“La cosa più importante della giornata di oggi è stato riascoltare le parole di Giovanni Falcone, per la lucidità della sua analisi – ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nel corso della commemorazione che si è tenuta nell’Aula Magna della Corte di Assise di Bari – E poi il meraviglioso intervento della signora Luciani, che si è raccomandata, com’era già successo a Pinuccio e Lella Fazio, di smetterla con la cultura del farsi i fatti propri per tenersi fuori dai guai, per entrare invece in una logica di militanza attiva nei confronti della mafia. L’antimafia sociale, alla quale le nostre amministrazioni prima al Comune di Bari poi alla Regione Puglia tengono tanto, si esprime anche nel parlare con le persone, convincerle che la scelta mafiosa è stupida e sbagliata, che è una scelta di morte. Spieghiamo che esistono tante altre alternative, forse più faticose e complicate di quella apparentemente semplice di andarsi a consegnare alla logica di morte di un’organizzazione criminale. Ma sono quelle alternative che portano poi alla felicità autentica di aver svolto fino in fondo e sempre il proprio dovere”, ha concluso.