Tre ordinanze gemelle emesse dal Consiglio di Stato che “salvano” – almeno per l’estate in arrivo – le attività balneari in Puglia e nel resto di Italia. Queste ordinanze cautelari si aggiungono a quella dello scorso 30 aprile, emessa sempre dal Consiglio di Stato, che ha chiarito che è sospesa la messa a gara delle concessioni demaniali marittime vigenti in attesa del pronunciamento della Corte di giustizia europea sulla validità dell’articolo 49 del Codice della navigazione. Ma procediamo per gradi.
Il pasticcio delle concessioni balneari ormai dura da quindici anni. Prima delle tre ordinanze firmate “Consiglio di Stato”, il Tar di Bari – una manciata di giorni fa – aveva detto no alla proroga al 31 dicembre 2024, di ventuno concessioni balneari a Monopoli e ha giudicato quindi illegittime le nuove gare che il Comune avrebbe indetto per dare in concessione gli spazi balneari ormai scaduti. Il Tar ha, inoltre, giudicato valida la proroga automatica delle concessioni alla fine del 2033 decisa nel 2018 dal primo governo Conte. La stessa che fu invece ritenuta illegittima tre anni fa dal Consiglio di Stato perché in contrasto con la direttiva europea, la cosiddetta ‘Bolkestein’. Una matassa complicata da sbrogliare che si ripete ogni anno alle porte dell’estate.
“Le tre ordinanze del Consiglio di Stato – spiega il presidente regionale Fiba Puglia, Fabrizio Santorsola – dimostrano che non è conveniente per nessuno che noi concessionari abbandoniamo le nostre spiagge. Ed è presto spiegato: siamo i garanti della manutenzione delle coste e contribuiamo a modo nostro ad accogliere i turisti”. Resta un nodo non da poco, però, che si chiama ‘Bolkestein’.
La direttiva Bolkestein è un atto approvato dalla Commissione europea nel 2006 e recepito nell’ordinamento italiano nel 2010. L’obiettivo è favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i vari Paesi. L’obiettivo: qualsiasi cittadino appartenente all’Ue può proporre all’interno dell’Unione Europea la propria attività. Nell’aprile 2023 la Corte di giustizia europea aveva ribadito il concetto del 2016 ossia che ‘Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente’. L’articolo 12 della direttiva stabilisce, infatti, che – laddove il numero delle concessioni sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali – il rilascio deve avvenire tramite gara, per una durata limitata, senza rinnovo automatico e senza preferenze per il precedente concessionario. Con la possibilità di parziali deroghe rispetto a questi principi solo in particolari settori e per particolari esigenze di interesse pubblico.
Quindi, anche i concessionari balneari pugliesi dovranno affrontare le gare previste dalla normativa europea. “In Puglia – spiega Santorsola – ci sono novecento chilometri di costa e solo il sei per cento è stato dato in concessione. Allora mi chiedo: perché sottrarre aree balneari a quegli imprenditori che per anni hanno investito sulle loro spiagge apportando migliorie e servizi quando ce ne sono altre da utilizzare? Ci vogliono comunque mandare in gara? D’accordo ma il Governo deve dare attuazione all’art. 4 della Legge 118/2022 ed emanare i necessari decreti legislativi per armonizzare il quadro normativo vigente. Sarebbe questa – conclude il presidente Fiba – una opportunità per promuovere la concorrenza, garantire e tutelare le prerogative dei gestori uscenti, nonché evitare che le amministrazioni vadano in ordine sparso e senza un quadro chiaro. In Spagna e Portogallo hanno già garantito la premialità ai gestori uscenti. In Italia no. Questo non lo trovo corretto”.