Non aveva una doppia vita, Mauro Di Giacomo, il fisioterapista barese ucciso da un padre morboso che voleva punirlo per aver danneggiato – a detta sua – la figlia, con una manovra fisioterapica sbagliata. La ricostruzione dell’omicidio di Di Giacomo, avvenuto a dicembre scorso nel quartiere Poggiofranco, è stata complessa ma dopo cinque mesi gli uomini della squadra mobile di Bari diretti da Filippo Portoghese e coordinati dalla Procura di Bari hanno arrestato Salvatore Vassalli, 59 anni, incensurato e originario di Canosa di Puglia. con l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà.
L’omicidio – La sera del 18 dicembre 2023, Vassalli armato con una pistola che non è stata ancora ritrovata, attese il rientro a casa del fisioterapista in via Tauro, a Poggiofranco, lo avvicinò nel parcheggio e lo affrontò prima verbalmente e poi scaricandogli addosso il caricatore. Infine, lo colpì più volte alla testa con il calcio della pistola. Di Giacomo morì poco dopo l’arrivo degli operatori sanitari del 118. Una matassa complicata da sbrigliare per gli uomini della Questura inizialmente pronti a seguire la pista passionale per il ritrovamento di una lettera anonima nella borsa del fisioterapista. Poi la ricostruzione dalle immagini di una videocamera che ha ripreso una automobile sospetta ad un incrocio poco distante dal luogo dell’omicidio su via Camillo Rosalba con angolo via Escrivà. Oltre al modello dell’auto, una Hyundai I 10 scura, compatibile con quello descritto dai testimoni, solo due numeri della targa erano visibili. Escludendo altri proprietari di auto simili e incrociando quel dato con quello delle celle telefoniche agganciate nella zona e lungo la fuga della vettura verso Canosa di Puglia, è stato possibile risalire all’uomo contro il quale è stata emessa una ordinanza di custodia cautelare dal gip Nicola Bonante.
L’arrestato – Salvatore Vassalli, di 59 anni, è un operaio edile incensurato di Canosa di Puglia padre di una giovane donna che nel 2020 aveva intentato una causa civile contro il fisioterapista accusato di averle causato l’anno prima una disabilità ad un braccio. Un danno che gli investigatori descrivono come paragonabile ad ‘un forte colpo della frusta’ e che nel corso degli anni si era ridotto provocando, secondo il perito una disabilità del 3%.
Le dichiarazioni – “Oltre alle voci infondate e ai ‘pettegolezzi’ che si erano diffusi sulla vita privata dalla vittima – è stato spiegato in conferenza stampa dal procuratore Roberto Rossi, i sostituti Ciro Angelillis e Matteo Soave e il capo della Mobile Filippo Portoghese – era stata trovata una lettera anonima che rischiava di fuorviare gli investigatori. Alla fine si è scoperto della controversia legale con la figlia di Vassalli e tutti i tasselli sono tornati a posto. L’uomo, che è sposato e padre anche di un’altra figlia, è l’unico indagato per la vicenda. “La costante delegittimazione dei giudici e del sistema giudiziario – ha detto il procuratore Rossi – comportano il rischio di arrivare ad usare la violenza per avere ragione. Se si pensa che si può fare a meno dei giudici o che i giudici come categoria non rispondono alle domande di giustizia, l’effetto è il Far West, l’idea che ci si possa fare giustizia da soli, ed è una cultura molto pericolosa”.