Su iniziativa del preside della Scuola di Medicina dell’Università di Bari Aldo Moro, prof. Dell’Erba, si è tenuta un’assemblea dei Direttori delle Scuole di Specializzazione dell’area medica, per affrontare le diverse problematiche che il “reiterato” e modificato Decreto Calabria e il tuttora vigente Decreto “Emergenza/Covid” pongono in termini di efficacia della formazione specialistica dei medici.
Il Decreto Calabria, da poco convertito in Legge, consente ai medici specializzandi di lavorare in strutture ospedaliere, collocate in una rete formativa di qualunque Scuola dello stesso ambito, già dal secondo anno e di restare in tali strutture fino alla fine del percorso di specializzazione, 2peraltro senza più alcun controllo della formazione da parte della Scuola di appartenenza, neanche in termini di valutazione dell’apprendimento progressivo anno per anno”, si legge nella lettera.
“Come se non bastasse, il Decreto Emergenza/Covid, tuttora vigente, ulteriormente estende la possibilità di lavorare in ospedali anche non accreditati, cioè non facenti parte di alcune rete formativa”.
“L’Assemblea, pur nella consapevolezza della crisi del SSN, alla ricerca disperata di medici per sopperire a carenze diffuse in tanti ambiti, le cui motivazioni andrebbero però adeguatamente approfondite, ha espresso totale disapprovazione per i suddetti Decreti che, di fatto, cancellano il ruolo delle Scuole di Specializzazione delle Università e riducono la formazione solo all’assunzione di non meglio identificate attività pratiche senza alcuna programmazione e controllo – continua la nota I nostri giovani specializzandi meritano percorsi formativi adeguati e monitorati, nel rispetto dei compiti istituzionali dell’Università, che, da tempo, ha esperito ogni sforzo per includere nelle proprie reti formative strutture del SSN che abbiano le caratteristiche per l’accreditamento, cioè, laddove la formazione possa essere assicurata attraverso procedure certificate serie e trasparenti (numero posti letto, attività etc.), formazione il cui controllo non può improvvisamente essere del tutto cancellato, con il rischio di formare medici inadeguati e impreparati”.
“Formare medici capaci e competenti è la missione dell’Università, per cui l’Assemblea, in accordo con le perplessità espresse già dal Consiglio Universitario Nazionale, dalla Conferenza Permanente dei Presidenti dei Collegi di Area Medica (10.000 docenti) e del Coordinamento dei Referenti delle Scuole di Specializzazione di Area Medica (1440), esprime il proprio dissenso per i Decreti attualmente in vigore. Chiediamo che eventuali incarichi del medico specializzando in Strutture del SSN siano possibili solo se queste siano già inserite in una rete formativa e che la certificazione di passaggio di anno e quella finale valida ai fini del rilascio del Diploma devono rimanere in capo alla Scuola di Specializzazione di iscrizione.
Chiediamo altresì che venga ribadita la necessità di un tutor di riferimento, nelle strutture della rete formativa, che sia di fatto responsabile delle attività di tipo assistenziale lì effettuate, attività che non possono essere autonome e indipendenti, a rischio, peraltro già verificatosi, di contenziosi medico-legali. In assenza di risposte, già reiteratamente richieste a livello nazionale, l’Assemblea si riconvocherà a breve per assumere misure concrete di protesta, solo e soltanto nell’interesse della tutela della formazione dei giovani medici”.