Tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi e ricettazione con l’aggravante del metodo mafioso. Per questa ragione, gli agenti della polizia e i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Bari su richiesta della direzione distrettuale antimafia, nei confronti di Roberto Sinesi e Sergio Ragno, suo sodale. I due, nello specifico, sono accusati del ferimento di Vito Bruno Lanza, del clan Moretti-Pellegrino-Lanza, avvenuto alla periferia di Foggia nel 2015.
I due si trovano attualmente in carcere in quanto detenuti per altri reati. Le indagini condotte dalla squadra mobile e dal nucleo investigativo dei carabinieri di Foggia con il coordinamento della direzione distrettuale antimafia di Bari hanno permesso di delineare la responsabilità nel tentato omicidio da parte dei due. Prezioso l’ausilio di alcuni collaboratori di giustizia. Secondo quanto emerso sarebbe stato Sinesi il mandate dell’agguato e Ragno l’autista dell’auto rubata utilizzata per raggiungere il luogo in cui Lanza è stato ferito. Sull’auto viaggiavano anche i due esecutori materiali già sottoposti a fermo di indiziato di delitto dalla squadra mobile di Foggia pochi giorni dopo l’evento. Il ferimento di Lanza sarebbe avvenuto nell’ambito della guerra tra clan.
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