Nel biennio 2022-2023 sono 73 le province italiane che hanno registrato “sporadiche attività violente o devianti poste in essere da gang giovanili”. È quanto emerge dal Report “Criminalità minorile e gang giovanili” realizzato dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale presentato oggi a Roma. Lo studio sulle baby gang mette in luce come queste siano presenti nella maggior parte delle regioni italiane, con una leggera prevalenza nel Centro Nord rispetto al Sud. In rarissimi casi, si legge, si sono registrati gruppi con una gerarchia definita. Prevalentemente le gang sono composte da 10 ragazzi tra i 15 e i 24 anni. I gruppi sono caratterizzati da una nazionalità prevalente italiana o straniera (di prima o seconda generazione). Nella maggioranza dei casi, le gang giovanili attive nei territori nell’ultimo biennio hanno compiuto atti di bullismo, risse, percosse e lesioni, atti vandalici e disturbo della quiete pubblica. Così come furti nella pubblica via o in esercizi commerciali e spaccio di sostanze stupefacenti. L’attività predominante è rappresentata dalle vessazioni nei confronti di coetanei. Secondo lo studio, le baby gang si radunano solitamente nei fine settimana e nelle piazze, stazioni ferroviarie o centri commerciali. Spesso i ragazzi provengono da contesti socioeconomici svantaggiati o con vissuti familiari critici.
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